Al convegno su drupacee e piccoli frutti tenutosi a Terlano valutate le possibilità di coltivazione

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drosophilasuzukii maschio a sx puntini ali femmina dx ovaie 1Berger: “queste coltivazioni possono costituire una fonte alternativa di reddito”. Il Centro Laimburg prosegue la ricerca sul parassita drosofila suzukii.

In Alto Adige sono circa 1.000 le aziende agricole attive nel settore piccoli frutti e drupacee per complessivi 155 ettari coltivati con piccoli frutti (di cui 110 ettari a fragole e 30 ettari con lamponi) e circa 140 ettari a drupacee, suddivisi fra albicocche, ciliegie e prugne.

Come ha sottolineato l’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger, queste coltivazioni di nicchia stanno assumendo sempre maggior importanza e possono costituire una fonte alternativa di reddito. È necessario, però, valutare attentamente le condizioni base prima di avviare queste tipologie di coltivazione. I piccoli frutti richiedono, infatti, una grande quantità di acqua ed un maggior carico lavorativo; inoltre, deve esserci la possibilità di uno smercio diretto e rapido in considerazione della freschezza richiesta al prodotto. Per venire incontro alle esigenze degli agricoltori che intendono attivare tali coltivazioni, l’assessore Berger ha annunciato l’intenzione di istituire un servizio di consulenza ad hoc.
Nell’ambito del convegno di Terlano sono state riassunte le attuali conoscenze sulla Drosofila suzukii, un moscerino della frutta polifago proveniente dall’Asia orientale che colpisce preferibilmente piccoli frutti, ma anche drupacee ed uva durante la loro maturazione. Le attività di monitoraggio della drosofila su tutto il territorio provinciale sono partite subito dopo la scoperta dell’insetto in Alto Adige nel 2010. Gravi danni si sono registrati nel 2011 sulle colture dei piccoli frutti, colpita anche la viticoltura, soprattutto la varietà schiava.

Come ha spiegato Roland Zelger, esperto del Centro di Sperimentazione Laimburg, “abbiamo inserito la D. suzukii tra i punti chiave della nostra ricerca ed avviato più progetti di ricerca su questo parassita”. I ricercatori del Centro Laimburg stanno allevando con successo la D. suzukii per indagare la biologia e gli stadi di sviluppo dell’insetto dove le conoscenze sono ancora scarse. Nella ricerca collaborano strettamente con il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura. I dati acquisiti servono per conoscere, quali sono le altitudini e colture colpite preferibilmente dalla drosofila e sotto quali sono le condizioni climatiche ottimali per il suo sviluppo e come si comporta. Nelle serre del Centro Laimburg si studia quale stimolo – colore e/o grado di maturazione del frutto – spinge il parassita a colpire i frutti e se si può prevenire alla moltiplicazione della drosofila rimuovendo i frutti colpiti. “Tutti questi dati servono per valutare i rischi in materia e per sviluppare contromisure”, sottolinea Zelger.