Lago di Garda, il collettore fognario sublacuale emerge dal lago a Lasize

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Sfiorato il disastro ambientale. Peretti: «indispensabile attivare il prima possibile il rifacimento del sistema di raccolta, collettamento e depurazione degli scarichi civili del bacino gardesano»

 

collettore fognario emerge dal gardaHa destato molta curiosità quanto accaduto nelle acque del lago di Garda prospicenti Lasize: quella che sembrava una delle tante presunte apparizioni del “mostro” del lago, si è rivelata l’emersione in superficie del collettore fognario sublacuale. Un evento del tutto eccezionale, dovuto alla presenza all’interno della condotta fognaria di una bolla di gas prodottasi con la fermentazione degli scarichi che, complice il basso carico della tubazione e la sua composizione plastica, ha spinto verso l’alto la tubazione, finendola per farla galleggiare  al largo di lungolago Cavazzocca Mazzanti a Lazise, all’altezza dell’hotel Corte Valier e a qualche decina di metri dalla riva.

La preoccupazione è stata molto elevata, perché si è subito temuto che qualcosa si fosse rotto e i liquami fossero finiti nelle acque del lago di Garda facendo un enorme danno ambientale. Il Comune di Lazise ha allertato subito Azienda gardesana servizi (Ags), i cui tecnici hanno eseguito i primi sopralluoghi verificando che non ci sono state rotture evidenti né sversamenti a lago.

Immediatamente dopo, la conduttura è stata posta fuori servizio e segnalata la sua presenza con boe per evitare che qualche imbarcazione potesse cozzarvi contro. La condotta fognaria è emersa per circa una cinquantina di metri e collega la località Pergolana con Pioppi a Peschiera. Essa è potuta emergere perché la tubazione non è mai stata ancorata al fondo, in quanto si riteneva che il peso dei liquami fosse sufficiente a tenerla a fondo. Ma così non è stato, anche per via del fatto che la condotta è stata realizzata in vetroresina negli anni Novanta del secolo scorso, più leggera a differenza del resto del collettore realizzato in acciaio o cemento.

Secondo il presidente di Ags, Alberto Tomei, «il fenomeno va ricondotto  alla presenza di gas sprigionati dai reflui oppure di aria immessa dalle pompe di sollevamento, in entrambi i casi dovremo verificare cosa ha reso possibile il fenomeno». Per Tomei la soluzione è a portata di mano, così come è puntualmente avvenuto: «per estrarre l’aria metteremo una flangia rivestita di gomma a cui faremo un foro per far fuoriuscire l’aria, che alla fine verrà richiuso in modo ermetico». Questo basterà a far tornare la condotta nella sua posizione originaria, mentre per il ripristino della funzionalità completa della conduttura i tempi saranno più lunghi e non è escluso che si pensi prima a un suo ancoraggio sul fondale. 

Tomei rilancia il problema dell’anzianità del sistema: «non c’è stato alcun pericolo di inquinamento per il lago, ma questo evento ripropone il tema della sicurezza dell’intero sistema di collettamento: le condotte presenti possono andare incontro a problemi, vista anche la loro età. Se questo incidente fosse avvenuto durante l’estate gestirlo sarebbe stato molto più complesso di così. Perciò ribadisco la necessità di pensare al finanziamento del nuovo collettore del Garda che elimini dal lago ogni condotta».

Appello immediatamente raccolto dal neo presidente di Ats Garda Ambiente e sindaco di Castelnuovo del Garda, Giovanni Peretti: «quello che è accaduto nel tratto di lago prospicente Lazise, costituisce un’ulteriore riprova dell’urgenza e anche della bontà del progetto unitario per la collettazione e depurazione del lago, e l’ATS Garda Ambiente che presiedo, su mandato di oltre trenta Sindaci e relativi Consigli Comunali, sta assiduamente operando per reperire i necessari finanziamenti. L’obsolescenza delle strutture sublacuali e il crescente carico dei liquami impongono  – sottolinea Peretti – decisioni ed interventi urgenti». 

L’ATS Garda Ambiente, unitamente al presidente della Comunità del Garda, Mariastella Gelmini, ha incontrato nei giorni scorsi i parlamentari del Garda, ai quali si appella e li sprona per sostenerne l’azione, nei confronti della Presidenza del Consiglio e del ministero dell’Ambiente. «Il problema – tiene a ribadire Peretti – non ha rilevanza solo locale e interregionale, ma deve interessare la Nazione Italiana e l’Unione Europea. I 50 chilometri cubici di acqua del Garda, il 40% della risorsa idrica dolce disponibile in Italia, costituiscono un patrimonio di immenso valore e una riserva strategica di acqua per l’uso umano per le future generazioni, anche alla luce della sempre minore disponibilità di acqua dolce di qualità nel mondo. Con il presidenti di Garda Uno, Mario Bocchio e AGS, Alberto Tomei, l’ATS sta alacremente operando per presentare un progetto unitario e condiviso da sottoporre al Governo per il necessario finanziamento».