Pieve di Cadore, inaugurato il nuovo pronto soccorso

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Inaugurazione prontosoccorso ospedale Pieve
Zaia: «investiamo e investiremo sulla sanità di montagna. Il punto nascite non chiude»

 

Inaugurazione prontosoccorso ospedale Pieve«Alla sanità di montagna la Regione del Veneto crede fermamente. Lo dimostra l’inaugurazione del Pronto Soccorso, così come la realizzazione del nuovo elisoccorso poco tempo fa, lo dimostrano altri 2,8 milioni che abbiamo destinato per ulteriori lavori di miglioramento della struttura. E il punto nascite non chiude».

Sono messaggi di crescita per la sanità bellunese, e del Cadore in particolare, quelli che il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha portato a Pieve di Cadore dove, accompagnato dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e da quello alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, ha inaugurato il nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale, realizzato in meno di un anno di lavori, con un importo progettuale di 1.434.000 euro circa.

«Gli ospedali di montagna – ha detto Zaia – erogano servizi particolarmente importanti, sia alla popolazione residente verso la quale è necessario un occhio di riguardo come per tutte le genti di montagna, dove la vita è oggettivamente più difficile che in pianura, sia alle migliaia di turisti che, d’inverno come d’estate, sono graditi ospiti delle nostre montagne. Per questo non è immaginabile alcuna contrazione dell’offerta e delle strutture, ma una continua ricerca di una miglior organizzazione e dotazione strutturale».

Anche per questi motivi, Zaia ha assicurato che la Regione «non chiuderà il punto nascite».

«La legge nazionale – ha precisato il Governatore – imporrebbe la chiusura di tutti i centri che fanno meno di 500 parti l’anno, e qui se ne fanno un centinaio, ma la particolarità della montagna e le necessità delle donne e delle famiglie che la vivono sono per noi prioritarie».

Il Pronto Soccorso inaugurato da Zaia è dotato di una moderna “camera calda” per l’arrivo e lo scarico dei pazienti dalle ambulanze, di due ambulatori, di un locale “shock room”, di due astanterie con tre posti letto ciascuna, di un’area attesa visitatori, di servizi igienici interamente fruibili anche dalle persone diversamente abili.