Trentino Alto Adige, il Consiglio paga i 2/3 del costo della polizza sulla vita e infortuni per i politici

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AgFB Sala Consiglio
Dopo lo scandalo e la sollevazione popolare del giugno scorso, sottoscritto il provvedimento che riconosce 500.000 euro in caso di morte ed invalidità per i consiglieri regionali, oltre ad una diaria giornaliera

 

AgFB Sala ConsiglioIn Trentino Alto Adige la politica continua a mostrare il suo volto peggiore, frutto della protervia con cui i consiglieri regionali si sforzano di mantenere il più possibile intatti i privilegi di casta.

Non bastasse la pasticciata riforma dei vitalizi che ha prodotto più danni che benefici alle casse pubbliche e minato la credibilità della politica locale con liquidazioni faraoniche per coloro che hanno vinto il terno dell’elezione in Consiglio (una sola legislatura di cinque frutta una liquidazione di 210.000 euro, cosa che un normale lavoratore non vede neanche in quarant’anni di lavoro), ora torna d’attualità il tema dell’assicurazione in caso morte ed invalidità a favore dei consiglier regionali, pagata per due terzi dallo stesso Consiglio regionale presieduto dall’autonomista Chiara Avanzo. Non è bastato il clamore popolare sollevato lo scorso giugno quando il tema dell’assicurazione era venuto alla luce. Sull’onda della protesta il progettoera finito nel cassetto, ma non per restarvi indefinitamente. La pubblica denuncia allora fatta in Aula dal consigliere della Civica Trentina, Claudio Cia, che aveva definito la proposta “un privilegio della casta”, i vertici dell’assemblea fecero marcia in dietro, ma solo momentaneamente, visto che l’iniziativa è rientrata dalla finestra e attivata nel silenzio più totale degli interessati che sono passati all’incasso. 

Si è venuti a sapere che lo scorso 26 ottobre l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige ha aggiudicato, previo l’espletamento di apposita gara, alla Zurich assicurazioni la polizza che copre i consiglieri regionali in caso di morte e infortuni occorsi anche fuori dall’attività istituzionale. A fronte di un premio annuo di 760 euro a persona, di cui 253,33 a carico del singolo consigliere e il rimanente a carico della Regione, la polizza copre «gli infortuni che gli assicurati subiscono nell’esercizio delle attività connesse al mandato, nonché per i rischi professionali ed extraprofessionali nell’ambito della vita privata». La polizza prevede l’erogazione di 500.000 euro in caso di morte o di invalidità permanente, oltre una diaria di 100 euro al giorno per ricovero, convalescenza, gessatura ed invalidità temporanea. Insomma, una copertura più che generosa a fronte di un premio contenuto.

A quanto risulta, solo i due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi e Paul Koellensperger, oltre all’esponente della Civica Trentina Claudio Cia non hanno sottoscritto la polizza infortuni proposta dal consiglio regionale (la rinuncia era da comunicare entro lo scoeso 19 novembre) a tutti i settanta eletti e hanno restituito i 506,67 euro che la Regione aveva versato come copertura dei due terzi del premio. 

La coerenza con quanto detto in Aula in occasione della denuncia di Cia non è di casa tra i consiglieri regionali e tra i partiti politici, visto che l’ennesimo priliegio è stato accettato anche tra coloro che avevano solennemente protestato, come il Partito Democratico e lo stesso Partito Autonomista Trentino Tirolese della presidente Avanzo. Caustico il commento dei grillini: «rimaniamo in trepidante attesa di quali azioni concrete hanno intrapreso coloro che si stracciavano le vesti l’estate scorsa». Cia sottolinea come «non avrei potuto fare altrimenti perché credo che coerenza è quando ciò che dici, ciò che fai, ciò che pensi e ciò che sei vengono tutti da un unico posto» sottolineando come «anche in caso di infortunio un consigliere continua a ricevere a casa un lauto assegno da 5.500 euro al mese».