Crisi delle professioni, tra il 2007 e il 2014 gli ingegneri hanno perso in media il 20% del fatturato

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progettista ingegnere professionista
A Bologna l’assemblea nazionale della categoria

 

progettista ingegnere professionistaI professionisti sono i nuovi poveri d’Italia, stretti da una crisi economica che ha falcidiato le commesse e la mancanza di adeguati ammortizzatori sociali nel caso di riduzioni del fatturato.

La crisi ha sforbiciato anche i guadagni degli ingegneri, non solo quelli dei giovani: se, infatti, «tra il 2007 ed il 2014 il reddito medio ha subito un decremento vicino al 20%, passando da poco più di 40.000 euro annui pro-capite a poco più di 32.000», si scopre che, oltre alle nuove leve, pure gli ultracinquantenni resistono male alle difficoltà del mercato, poiché se il 27% degli under35 lo scorso anno ha visto i guadagni scendere, «tale percentuale sale al 56,2% tra chi ha più di 55 anni». 

I dati emergono dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in occasione dell’assemblea nazionale della categoria, in svolgimento a Bologna. E lo scenario futuro non si presta a facili entusiasmi, poiché «sulla base delle ultime rilevazioni, i redditi nel 2016 rispetto all’anno precedente potrebbero oscillare tra 0% e -1%: in una visione ottimistica, la crescita sarebbe nulla, mentre l’alternativa sarebbe l’ulteriore riduzione del giro d’affari, escludendo, per il momento, ipotesi di crescita». 

Quasi un terzo dei professionisti «prevede un calo del fatturato pure per il 2016». Servono, dichiara il presidente dell’Ordine nazionale Armando Zambrano, «interventi di discontinuità col passato. A fronte della crisi di redditi si aprono prospettive sulle nuove frontiere dell’ingegneria, soprattutto sul versante dell’innovazione tecnologica, per cui sono richieste nuove figure come lo sviluppatore dei mezzi di trasporto alternativi, il responsabile per lo smaltimento dei dati personali, il responsabile della gestione e dell’organizzazione della vita digitale».