Trentino, approda in Prima Commissione del Consiglio regionale di Trento la legge contro i privilegi dei politici

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Acli presentazione proposta legge popolare contro privilegi politici
Dal 17 marzo al via il dibattito sulla proposta di legge di iniziativa popolare delle Acli

 

Acli presentazione proposta legge popolare contro privilegi politiciAnche se la politica del Trentino Alto Adige ha tentato anche nel recente passato di limare i molti privilegi di cui ancora oggi godono i politici, specie quelli eletti nel consiglio regionale e nelle due province autonome ad iniziare dal vergognoso trattamento pensionistico e della liquidazione per fine mandato, lo spreco di risorse pubbliche è ancora eccessivo e la società civile si è mobilitata per arrivare ad un taglio veramente tale.

Le Acli si sono impegnate nella raccolta delle firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare: a fine gennaio, nell’ufficio del vice segretario generale della Regione, sono state depositate le 9.817 firme contro i privilegi dei politici. Un’iniziativa che ha visto per mesi il movimento impegnato in una raccolta di firme nelle piazze delle città e dei paesi nonché presso quasi tutti i comuni del Trentino ed i più significativi dell’Alto Adige.

Il dato sorprendente, e per molti versi critico, riguarda il fatto che le firme raccolta sarebbero state esattamente 10.091 se le segreterie di alcuni comuni “ritardatari” avessero inviato per tempo le firme dei cittadini censiti e soprattutto se le poste italiane funzionassero a pieno regime. Per questo disguido non sono state conteggiate 274 firme giunte in ritardo. Un altro problema riguarda il ritardo, sempre delle poste, nell’invio dei moduli per la raccolta firme presso diversi comuni dell’Alto Adige dove, in sostanza, sono arrivati a petizione già chiusa.

In ogni caso, rimane un risultato molto significativo e indicativo della volontà popolare di cambiare ulteriormente registro circa l’abbassamento delle retribuzioni e delle pensioni dei consiglieri regionali.

In totale, e questo è un altro dato molto significativo, l’iniziativa ha toccato in regione per 196 comuni e questo, in modo particolare per l’Alto Adige, si deve anche al lavoro volontario degli amici dell’Associazione “Iniziativa per più democrazia/Initiative für mehr democratie”.

Le firme raccolte sono state vagliate dalla segreteria della regione per poi passare all’Ufficio di presidenza della regione Trentino Alto Adige che ha fornito una serie di pareri di legittimità in conformità al quadro costituzionale e statutario, nonché sulla congruenza e correttezza del numero delle firme raccolte. Dal 17 marzo prossimo il testo passerà all’esame della Prima commissione legislativa del Consiglio regionale presieduta dall’autonomista Walter Kaswalder. Ai lavori della commissione parteciperà il presidente delle Acli trentine Fausto Gardumi, il quale sarà affiancato da un esperto in materia legislativa e partecipativa. Il testo, che potrebbe comunque essere modificato dalla commissione, approderà successivamente in Consiglio regionale per l’esame e la votazione definitiva.

Le Acli, per bocca del presidente Gardumi, hanno auspicato il «pieno rispetto della volontà popolare specie per quanto riguarda l’iter di esame e discussione del testo. Una fase che seguirà a questa iniziativa sarà quella di affiancare le associazioni ed i movimenti della società civile trentina nell’approntamento del Terzo Statuto di Autonomia. In modo particolare le Acli trentine chiedono al consiglio provinciale di Trento di ampliare la Consulta dello Statuto a più partecipanti della società civile».

Per rafforzare il Terzo statuto – affermano le Acli – è necessario accompagnare l’iter istituzionale con il pieno coinvolgimento delle forze economiche e sociali. Per l’autonomia del futuro, ribadiscono le Acli, è necessario che il processo istituzionale si accompagni ad una profonda revisione e rilancio di un modello di sviluppo ancorato alle tradizioni alpine e a una nuova stagione di partecipazione democratica e comunitaria. Anche fuori dal quadro istituzionale serve pertanto la piena partecipazione e responsabilità del mondo della cooperazione (vero architrave dell’Autonomia), del credito cooperativo, di tutti i rappresentanti dell’economia civile e di una comunità che si riconosca nei valori della montagna, del mutualismo e della solidarietà.