Le agenzie che valutano l’affidabilità finanziaria di stati, enti locali e società, le tre “sorelle” americane Standard & Poors., Moody’s e Fitch, sono sempre più nell’occhio del ciclone per i metodi che utilizzano per le loro analisi e per le conseguenze che derivano dai loro giudizi sui mercati finanziari, spesso diffusi con un tempismo sospetto.
Secondo il presidente del Veneto, Luca Zaia, è necessario arrivare ad una riforma del sistema di rating. “Sono convinto – dice – che le agenzie stiano facendo un lavoro poco fine, che fa cassetta, audience. Ritengo improbabile che gli analisti conoscano a menadito, ad esempio, il bilancio del Veneto e, d’altro canto, sono gli stessi che dicevano di comprare tranquillamente azioni Parmalat o Lehmann e abbiamo visto cosa è successo. Ecco perché sono dell’idea che la Bce, tanto più con l’ingresso di Draghi, che porterà una filosofia più mediterranea, dovrebbe dare vita ad una realtà europea autonoma e non privata di valutazione dell’affidabilità del debito”.
Per Zaia, il rating “è diventato una moda di un vecchio mondo che sparirà” anche se il recente declassamento del Veneto deciso da Moody’s in conseguenza di quello dello stato italiano non preoccupa di per sé: “al di là del non condividere la classificazione nazionale, al quale molto probabilmente seguirà anche quella di Fitch – dice il governatore veneto – la politica del abbassamento del grado di affidabilità determina un effetto a catena.
Le preoccupazioni restano quindi le stesse, derivanti dal rating dell’Italia che porterà all’aumento del differenziale dei tassi e del costo del denaro”. Zaia cita anche la “potenza” dell’economia veneta: “Moody’s sa benissimo che il rating del Veneto dovrebbe essere, di per sé, superiore a quello della Germania. Il grosso guaio dell’Italia è un debito pubblico di 1.911 miliardi di euro, terzo al mondo”.
Problemi anche per il debito del Trentino, fino ad oggi “piazzato” a basso costo grazie ad un’affidabilità a tripla A, che ora inevitabilmente subirà un declassamento parallelo a quello del debito nazionale. Il circa miliardo di euro di titoli di debito emessi dal Trentino costeranno ad ogni cittadino qualcosa come 10 euro in più all’anno.