Litorale adriatico, le categorie dicono NO alla tassa di soggiorno

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Marco Sarto, Sindaco di Caorle 1
Marco Sarto, Sindaco di Caorle 1Scontro sull’applicazione dell’odioso balzello che scontenta tutti: turisti, operatori economici ed amministratori locali
di Gemma Canzonieri

Il primo gennaio 2011, Roma fu la prima città italiana a vedere ufficialmente la reintroduzione della tassa di soggiorno, un’imposta che colpisce i turisti aumentando il costo della loro vacanza e aumenta il carico burocratico sugli operatori commerciali. Lo scontro tra gli amministratori pubblici e le associazioni di categoria è arrivato anche sul litorale veneto, dove le località balneari di Bibione, Caorle, Jesolo e Sottomarina hanno detto “NO” alla tassa, conto il “SI” delle vicine Cavallino TrePorti e Venezia. In occasione della Fiera dell’Alto Adriatico 2011, organizzata in collaborazione dalle località di Caorle e Jesolo, fu proprio il presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, a portare il fardello della presentazione ed eventuale adozione della tassa di soggiorno, e già allora i rappresentanti della Confcommercio e delle varie associazioni degli albergatori, manifestarono una decisa contrarietà, portando le amministrazioni a rinviare la decisione circa l’introduzione dell’odiata tassa alla stagione 2012. Stagione che ormai è alle porte e con essa, l’ora di fare i conti con la tassa di soggiorno alla quale, nonostante i tagli ai fondi per il turismo e la diminuzione del contributo statale ai comuni di quasi 2.300.000 euro, le categorie non si abbassano rimanendo decise e unite sulle ripercussioni negative che questa avrebbe sul settore turistico. Francesco Calzavara, sindaco di Jesolo, che fino allo scorso anno parlava di “contributo utile” e Marco Sarto, sindaco di Caorle, come pure Codognotto di Bibione e Casson di Chioggia, si arrendono alle decisioni prese dalle categorie con il risultato che per il 2012 per la tassa di soggiorno non sarà applicata.
I rappresentanti delle categorie alberghiere puntano il dito a monte, cioè verso le decisioni prese dalla manovra economica, la quale prevede di per sé, aumenti consistenti che colpiranno il settore alberghiero: aumento del 2% sulle aliquote IVA che porterà il settore al 12% dal 1° luglio, aumento dell’aliquota ordinaria al 23% e limiti ferrei per i pagamenti in contanti. “Le nostre non sono località esclusive – ha commentato il presidente dell’Associazione Albergatori Caorle, Giampietro Zanolin – questi aumenti uniti alla tassa di soggiorno non faranno che aumentare il divario concorrenziale con altri paesi come già ora sta accadendo. Inoltre, non possiamo pretendere di comunicare un aumento sul costo di pernottamento, a prenotazioni già avvenute. I listini prezzi per la stagione 2012 sono ormai già stati stampati e divulgati. Cosa dovremmo dire ai tour operator?” Al coro si uniscono anche le associazioni di Jesolo, Bibione e Sottomarina, dichiarando di essere organizzati in “tavole rotonde” di consulto per procedere decisioni unanimi. Contrario e fuori dal coro continua ad essere il sindaco di Caorle, Marco Sarto, il quale, solo contro tutti, si aggrappa con forza alla mancanza di fondi per il turismo che porterà località balneari come Caorle a tagliare di netto le manifestazioni estive, e non solo, ad aumentare gli addizionali comunali e soprattutto l’Imu per soccombere alla mancanza di fondi da dedicare al settore turistico, linfa vitale della località. La cosa che più lo lascia sconcertato è la totale indifferenza dimostrata dalla politica nei confronti della chiusura degli uffici Iat, tagli fisiologici in seguito alle decisioni prese dall’assessore Marino Finozzi. “L’assessore regionale al turismo Marino Finozzi rappresenta nella maniera più evidente, quanto oggi la politica sia lontana dalla gente e dal territorio – dichiara Sarto – specie quando afferma che ‘si è deciso di tagliare i finanziamenti considerando che molti comuni turistici stanno per introdurre la nuova tassa di soggiorno’ senza considerare che solo il comune di Venezia l’ha messa in atto e che solo il comune di Treporti-Cavallino sembra intenzionato ad introdurla. L’assessore deve sapere – continua Sarto – che nei restanti comuni del litorale l’imposizione della nuova tassa sta alimentando tra amministratori, operatori turistici ed economici dibattiti serrati ed acerbi, che in molti casi sfociano in attriti, di certo non positivi per la stabilità dei rapporti sociali”. Per Sarto la tassa di soggiorno avrebbe rappresentato una boccata d’ossigeno per le svuotate casse di ogni comune del litorale che oggi stanno cercando di recuperare qualche euro da destinare all’animazione turistica, al controllo del territorio e a tutte quelle attività che possono rendere più gradevole il soggiorno del turista. Pensare di utilizzare gli eventuali euro della tassa di soggiorno per sostituire la mancanza di finanziamenti regionali è per lui quanto meno impensabile.
Vedremo nelle prossime settimane come si muoveranno le varie amministrazioni interessate all’applicazione della nuova tassazione.