Trentodoc, crescono con decisione le bollicine di montagna

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apt trento foto Baroni TRENTODOC Spumante Bottiglia Stappo
Secondo l’Istituto di tutela, successo di Riserva e Millesimato ed export a quota 20% 

 

apt trento foto Baroni TRENTODOC Spumante Bottiglia StappoGli spumanti di montagna Trentodoc confermano un ottimo stato di salute, con una costante crescita dei volumi e della qualità. I prodotti di quello che è a buon diritto un territorio in tutto simile alla francese Champagne nelle Ardenne, hanno segnato nel triennio 2012-2014 una crescita media del 6%, arrivando a 7 milioni di bottiglie vendute per un valore totale di circa 70 milioni di euro. 

Il numero di bottiglie “tirate” nel 2014 dalle case spumantistiche è di 8,5 milioni, mentre per il 2015 le 43 case spumantistiche associate al Trentodoc si aspettano numeri ancora superiori.

Interessante notare come le riserve e i millesimati abbiano un tasso di crescita (+13%) nettamente superiore alla media, ad ulteriore dimostrazione di come il mercato riconosca e premi la qualità Trentodoc, spostandosi progressivamente su prodotti di fascia più alta. 

Bene anche le esportazioni che corrispondono a circa il 20% del venduto, con l’Europa che rappresenta circa il 10% e America del Nord, Canada, Asia e Oceania con il restante 10%.

trentodoc presidente zanoniSecondo Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento Doc, «i numeri confermano la coerenza del nostro percorso, l’attenzione alla qualità, ed il valore di un territorio unico e straordinariamente vocato. Gli ampi spazi di crescita sia della notorietà che della distribuzione dei prodotti, sono sicuri indicatori di ulteriori scenari di sviluppo».

Gli spumanti Trentodoc si distinguono per l’impiego di uve Chardonnay e Pinot Nero prevalentemente coltivate a pergola trentina, ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima caratterizzato da notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; uva che conferisce al vino i tratti distintivi dell’eleganza, della freschezza e della persistenza. Per Zanoni «importante è il “sentiment” delle cantine associate al Trentodoc che è per tutte positivo». Inoltre, «il Trentodoc  -sottolinea Zanoni – si conferma come uno spumante di assoluto riferimento della produzione nazionale, confermato anche dalle varie degustazioni professionali».

Quanto al consumo, la tendenza del mercato è differente a seconda del canale distributivo: «se per il canale della ristorazione Horeca l’andamento delle vendite è sostanzialmente destagionalizzato, per quello della grande distribuzione Gdo è ancora largamente concentrato negli ultimi due mesi dell’anno» evidenzia il presidente del Trentodoc secondo cui «la via della spumantizzazioned elle migliori uve di montagna Chardonnay e Pinot Nero rimane uno dei canali ottimali per la valorizzazione della viticoltura trentina»

Soddisfazione dell’andamento del mercato anche per la vedette della spumantistica trentina ed Camilla Lunelliitaliana: per Camilla Lunelli, responsabile delle pubbliche relazioni del gruppo Ferrari, «il 2015 è stato un anno d’oro, che ha seguito ed accresciuto la tendenza già evidenziata nel 2014, sia in Italia che, soprattutto, all’estero, con crescita a doppia cifra su entrambi gli scenari. Gli spumanti Ferrari sono andati benissimo sui mercati principali che per noi sono Giappone, Germania e Stati Uniti, mentre c’è molto dinamismo in Gran Bretagna, Svizzera, Brasile e Cina». Per Ferrari «dicembre è ancora il mese trainante delle vendite, specie nel canale della Gdo che tende a limitare al massimo il magazzino e a fare gli acquisti a ridosso delle vendite di fine anno»

Dopo i successi conseguiti ad Expo con lo Spazio Ferrari sul Decumano, il traino degli spumanti Ferrari è costituito «da millesimati e riserve, mentre il Rosè è una nicchia – dice Lunelli – a conferma di come venga percepito il marchio da parte dei consumatori, che puntano sempre più ai vertici della nostra produzione».