In programma a Bolzano e a Trento anche pagine di Kodály e Brahms dirette dal toscano Daniele Giorgi
Per il quarto appuntamento della Stagione sinfonica in programma martedì 15 dicembre a Bolzano (Auditorium, ore 20.00) e mercoledì 16 a Trento (Auditorium, ore 20.30), l’Orchestra di Bolzano e Trento “Haydn” propone l’esecuzione in prima assoluta di Splinter, nuovo lavoro dell’altoatesino Hannes Kerschbaumer realizzato su incarico della stessa orchestra.
Una partitura per un insolito organico: tre cetre e orchestra sinfonica, che vede impegnato nel ruolo solistico il Trio Greifer, composto da Reinhilde Gamper, Leopold Hurt e Martin Mallaun.
Il programma prevede quindi l’esecuzione delle Danze di Galánta di Zoltán Kodály e della Serenata n. 1 in re maggiore, op. 11 di Johannes Brahms. Sul podio del complesso sinfonico torna Daniele Giorgi, già vincitore nel 2004 del secondo premio al Concorso Internazionale per direttori d’orchestra “Antonio Pedrotti” di Trento.
Hannes Kerschbaumer è nato a Bressanone nel 1981. Ha studiato pianoforte e composizione con Paolo Rimoldi e Heinrich Unterhofer al Conservatorio di Bolzano e, dal 2004, con Gerd Kühr, Pierluigi Billone e Beat Furrer alla Kunstuniversität di Graz, perfezionandosi con Georg Friedrich Haas alla Hochschule für Musik di Basilea. Ha ottenuto il “Musikförderpreis“ di Graz (2009),la borsa di studio “Hilde Zach“ di Innsbruck (2013), la borsa di studio “Andrzej Dobrowolski“ della Stiria (2014) e lo “SKE Publicity Preis“ (2015), divenendo finalista del 5° e del 6° Concorso “Johann Joseph Fux“ della Stiria.
Le sue opere sono state eseguite agli Internationale Ferienkurse di Darmstadt (2010), al Musikprotokoll dello Steirischer Herbst di Graz, all’Opera di Graz, all’Austrian Cultural Forum di Londra, alle Klangspuren di Schwaz e al World Saxophone Congress (2012); tra gli interpreti che si sono dedicati alla produzione di Kerschbaumer si contano il Quartetto Arditti, il Vertixe Sonora Ensemble, il dissonArt Ensemble, il Quartetto d’archi del Klangforum Wien e musicisti come Robert Gillinger, Caroline Mayrhofer, Pia Palme e Krassimir Sterev. Ecco quanto lo stesso compositore ha scritto del suo nuovo lavoro dedicato allo scultore Aron Demetz: «splinter fa parte della serie di opere intitolate .debris, che indaga le più varie tecniche di dissolvimento di strutture musicali. L’orchestra fa da cassa di risonanza, trasformabile o adattabile a seconda delle esigenze, assorbendo le vibrazioni dei tre solisti alle cetre, modellandole e riflettendole».
Come spiega lo stesso Kodály nella prefazione della partitura, «Galanta è un piccolo borgo ungherese, conosciuto dai viaggiatori tra Vienna e Budapest. L’autore ci ha passato sette anni della sua infanzia. Esisteva lì una celebre banda di zingari, dissoltasi nel frattempo. La loro musica fu il primo suono d’orchestra che impressionò le orecchie del bambino. Ma gli antenati di questi zingari erano conosciuti già da più di cento anni. Nel 1800 fu pubblicato un numero di quaderni con danze ungheresi fra i quali uno si riferiva appunto agli zingari di Galanta. Sono loro che hanno conservato l’antichissima tradizione ungherese. A quei quaderni si ispirano i motivi principali di quest’opera».
Le Danze di Galanta furono composte da Zoltán Kodály nell’estate 1933 per festeggiare l’80° anniversario della Società Filarmonica di Budapest. L’autore scrisse un pezzo dai ritmi infuocati, dalle melodie trascinanti e dai colori sfavillanti, che venne eseguito per la prima volta il 23 ottobre 1933 a Budapest, sotto la direzione di Erno von Dohnányi.
La Serenata in re maggiore op. 11 nacque tra il 1857 ed il 1858, periodo nel quale Johannes Brahms era impegnato come pianista, direttore di coro e insegnante alla corte di Detmold. La pagina è brillante, serena, lontana dai tumulti e dalle passioni giovanili («Il vero uomo ideale è tranquillo nella gioia e tranquillo nel dolore e nella sofferenza. Le passioni devono passare presto oppure bisogna reprimerle», scrive a Clara Schumann il 10 ottobre 1857). Concepita in un primo tempo per un organico ridotto, la Serenata fu quindi ripensata per una grande orchestra e fu tenuta a battesimo in questa sua stesura definitiva ad Hannover il 3 marzo 1860 sotto la direzione di Joseph Joachim.