Seppur modesto, il “Barometro dell’economia” registra una netta inversione di tendenza rispetto al passato
Il clima di fiducia nell’edilizia altoatesina è ancora modesto, ma in netto miglioramento rispetto agli anni passati. Lo rileva l’edizione autunnale del “Barometro dell’economia” dell’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano.
Il settore delle costruzioni è tra i più colpiti dalla crisi economica. Tra il 2007 e il 2013 le concessioni edilizie in Alto Adige sono calate di quasi il 40% in termini di cubatura e l’inversione di tendenza è arrivata solamente nell’ultimo trimestre del 2014. I dati provvisori relativi al primo semestre 2015 evidenziano una crescita delle concessioni del 6,3%. Tale aumento è attribuibile quasi esclusivamente all’edilizia abitativa, mentre per quella non abitativa non si intravede ancora una vera ripresa. Il numero di posti di lavoro nel settore delle costruzioni è tuttora in calo, ma il trend negativo va attenuandosi. Tra gennaio e ottobre 2015 il numero di dipendenti si è attestato mediamente a quasi 14.900 unità, ovvero l’1,2% in meno rispetto all’anno scorso.
L’andamento delle concessioni si rispecchia nel clima di fiducia delle imprese del settore edile. Questo ha toccato il minimo storico nel 2013, quando solo il 43% degli imprenditori e delle imprenditrici era soddisfatto dei redditi conseguiti. Già nel 2014 vi è stato un notevole miglioramento e oggi il 71% delle imprese giudica positivamente la propria redditività. I giudizi sulla situazione dei costi, sulla competitività aziendale e sulla puntualità dei clienti nei pagamenti permangono negativi, ma in deciso miglioramento rispetto agli anni passati. Nel 2016 la domanda dovrebbe ulteriormente stabilizzarsi e i prezzi leggermente aumentare. Si prevede una redditività soddisfacente per il 76% delle imprese.
Tra le diverse branche dell’edilizia, il maggiore ottimismo si riscontra nel settore dell’impiantistica e dei lavori di completamento degli edifici (carpentieri, lattonieri, elettricisti, idraulici, piastrellisti, ecc.). Tra le imprese attive nella costruzione di infrastrutture e di edifici il clima di fiducia è più modesto, ma si prevede un netto miglioramento per il 2016.
Il presidente della Camera di commercio, Michl Ebner, auspica un maggiore sostegno a questo importante settore: «le difficoltà permangono soprattutto per l’edilizia non residenziale. Per incentivare la ripresa occorrono misure fiscali che agevolino gli investimenti in fabbricati da parte delle imprese».
Secondo Emilio Corea, presidente CNA-SHV costruzioni, «si registrano segnali di ripresa. Il trend si conferma anche per le imprese artigianali ovvero quelle di più piccola dimensione che più hanno risentito della crisi. Si percepiscono i benefici delle politiche nazionali che hanno avuto l’obiettivo di incentivare la ristrutturazione e l’adeguamento energetico degli immobili esistenti». Per Markus Kofler, presidente del Collegio dei Costruttori Edili «il migliorato clima di fiducia è da ricondurre più al fatto che le aziende si stanno adeguando al mutato contesto economico che a una reale soddisfazione. Un’inversione di tendenza pare ancora lontana, così come non possiamo pensare di tornare ai livelli precedenti il 2008. Le imprese edili devono reagire a questa situazione, fungendo anche da prestatori di servizi per i committenti, in modo da conquistare nuovi mercati». Gert Lanz, presidente lvh.apa Confartigianato Imprese afferma che «i nostri sforzi sono volti ad aiutare questo importante settore, così colpito dalla crisi. Con la riforma del sistema degli appalti pubblici speriamo che la ripresa possa proseguire. Il circuito economico locale può funzionare solo coinvolgendo maggiormente le piccole imprese attraverso varie misure, ad esempio con la suddivisione degli appalti in lotti e il pagamento diretto ai subappaltatori».