Con un laconico messaggio di poche parole apparso sul portale di Apple (“Steve Jobs è morto”), unitamente ad una foto in bianco e nero del volto accompagnato da una scritta con la data di nascita e della morte, la più grande azienda d’informatica (e non solo) del mondo ha annunciato la morte del suo fondatore. Un uomo che, oltre a farla nascere, l’ha fatta risorgere portandola ai successi che tutti conoscono, leader incontrastato nel mondo della fruizione della musica in mobilità e della comunicazione. Uomo capace di inventare dal nulla cose e servizi mai visti prima, capace di incidere profondamente nella vita e nelle modalità di lavoro di ciascuno, rendendoli più piacevoli e produttivi.
La morte di Steve Jobs non arriva inaspettata: dopo l’annuncio della malattia nel 2004 e un successivo altalenarsi di salute e di crisi, il trapianto di fegato nel tentativo di sconfiggere il male, l’allontanamento per lunghi periodi per sottoporsi a cure debilitanti, il male ha vinto, portando via a soli 56 anni colui che ha saputo dare una svolta al mondo dell’informatica partendo dal nulla assieme al suo amico Steve Wozniak dopo un’infanzia difficile.
Partito costruendo assieme al suo amico Wozniak kit di montaggio di computer, Apple con Jobs ha fatto nascere l’informatica umana lanciando nel 1984 il mitico Macintosh il computer che per funzionare ha introdotto le icone a finestre e il mouse, mentre la concorrenza (Microsoft con Windows era ancora con i farraginosi e lenti comandi da tastiera). Troppo giovane, irruente e visionario, Jobs viene allontanato dalla sua azienda: a trent’anni rincomincia daccapo senza sentirsi un fallito. Si butta nell’informatica applicata al cinema d’animazione fondando la Pixar (ormai celebre per avere ideato e realizzato tutti i più famosi cartoon moderni di Dinsey, cui Jobs vendette in seguito Pixar diventando il primo maggior azionista singolo della major cinematografica), poi ideando con Next, la società che ha sviluppato il sistema operativo ideale oggi alla base del successo mondiale di OSX che fa “girare” i computer della Mela morsicata.
Per i corsi e ricorsi della storia, nel 1997 la “sua” Apple è in profonda crisi e prossima alla chiusura: lui ritorna assieme ad una squadra di giovani talenti (tra cui Phill Schiller e Tim Cook, ora chiamato a sostituirlo), lanciando il primo computer associato al design, l’iMac, che riprende l’eredità del primo Macintosh. Segue un’altra innovazione strategica: la creazione dell’Apple Store, il negozio virtuale che oggi contribuisce (assieme ad iTunes) tramite la vendita di musica, apparecchi elettronici e programmi ad un buon 30% del totale del fatturato di Apple diventata una delle più grandi aziende del mondo per capitalizzazione in borsa. Seguono i computer portatili (prima gli iBook e successivamente il PowerBook). Epocale la nascita dell’iPod che ha rivoluzionato il modo di fruire la musica in mobilità, sconfiggendo nel tempo avversarie ben più grandi di Apple, come la Sony inventrice del Walkman. Collegato all’avvento di iPod, la nascita del negozio musicale iTunes, dove si può acquistare singoli brani o un intero album a prezzi competitivi da ascoltare poi sull’iPod. Storia recente la rivoluzione nel campo della telefonia cellulare, con la nascita dell’iPhone (che oggi presidia un buon 30% del totale delle vendite di telefoni evoluti nel mondo), del suo sistema operativo e del negozio di vendita di applicazione App Store, che ha cambiato definitivamente il mondo della comunicazione assieme alla sua ultima creatura, l’iPad da tutti imitato ma senza successo.
Chiunque abbia mai provato un prodotto Apple s’è accorto di quanto questi nei loro campi d’impiego fossero differenti dal resto della concorrenza, con l’utilizzatore posto al centro di tutto nell’ottica di facilitare la vita e rendere l’esperienza d’uso piacevole. Proprio questo è stato uno dei successi fondamentali di Jobs e della sua Apple: avere il coraggio di porre l’utente al centro dell’attenzione nella realizzazione di un prodotto o di un servizio, senza avere paura di fare passi in una direzione mai prima battuta da altri.
Addio Steve. Senza di te il mondo sarà senz’altro differente.