Il bicchiere ideato dalla Casa del Vino di Isera conquista anche Montecarlo

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Bicchiere da spumante casa del vino isera Mattia Tamanini Luca Bini
L’innovativo calice realizzato con lavorazioni al laser ideato da tecnici trentini conquista i più attenti intenditori di bollicine

 

Bicchiere da spumante casa del vino isera Mattia Tamanini Luca BiniSul mercato da appena nove mesi, il nuovo bicchiere a tulipano che esalta le proprietà dei vini con bollicine si appresta a tagliare il traguardo dei 100.000 pezzi venduti.

Bicchiere da spumante casa del vino isera Bicchiere perlage 2 1Già presente in gran parte dei più noti ristoranti italiani, acquistato in Svezia, Germania, Svizzera e Spagna, è stato scelto per brindare al Natale anche negli attici più cari al mondo, come queli di Torre Odéon, il nuovo e più alto grattacielo del Principato di Monaco. A testimonianza di come il design possa fare la differenza in un prodotto, lanciando a livello mondiale una piccola azienda trentina che ha fatto del connubio tradizione-innovazione la propria forza. 

Il nuovo bicchiere studiato per esaltare l’effetto perlage di vini e spumanti è stato ideato infatti da Luca Bini della Casa del Vino di Isera, realtà che rappresenta 33 aziende vitivinicole locali, e dal designer Mattia Tamanini, nell’ambito dei percorsi su design e sviluppo prodotto promossi da Trentino Sviluppo.

«Soprattutto per i vini importanti come Champagne e Metodo Classico – spiega Luca Bini, gestore della Casa del Vino – il perlage è il risultato di anni di affinamento sui lieviti e del duro lavoro di enologi e viticoltori. Spesso tuttavia questo “effetto bollicine” non viene valorizzato dal bicchiere e bastano pochi secondi per disperdere anni di lavoro». Perché ciò non accada occorre un bicchiere adeguato.

Per centrare questo obiettivo è servita una lunga sperimentazione: i campioni, di volta in volta sottoposti al giudizio dei maggiori sommelier di tutta Europa vengono messi in discussione, abbandonati, perfezionati. «Come prima cosa – racconta Mattia Tamanini – è stato fondamentale studiare una forma che potesse far sprigionare al vino tutte le qualità del perlage nel rispetto di ognuna di esse, senza la predominazione di una sulle altre. La forma definitiva, che è stata l’evoluzione di una lunga serie di prototipi, ha tre caratteristiche definite in modo rigoroso: la larghezza della pancia, l’altezza del corpo e l’ampiezza della bocca».

Le misure del calice consentono ai profumi e agli aromi del vino di sprigionarsi senza disperdersi immediatamente. Tuttavia la vera rivoluzione è nella base piana della coppa che permette di godere del processo continuo di liberazione di anidride carbonica dal fondo del calice alla superficie, ma soprattutto nella tecnologia che permette la valorizzazione del perlage. Impiegando un raggio laser, Bini e Tamanini hanno applicato sul fondo del calice sette piccole incisioni: sei sono poste su una circonferenza, una è posizionata nel centro del cerchio. Le imperfezioni stimolano il perlage che continua a formarsi per decine di minuti.

In Italia gran parte dei ristorati più blasonati lo stanno utilizzando; all’estero è arrivato in Svezia, Germania, Svizzera e Spagna e propri in questi giorni l’Associazione Italiana Sommelier lo sta testando a Londra per inserirlo nei ristoranti della City.

La notizia di questi giorni è la scelta del bicchiere “Made in Trentino” per arredare gli attici e superattici più cari al mondo in cima ai 170 metri d’altezza della Torre Odéon, il grattacielo più alto del Principato di Monaco e il secondo più alto di tutta la costa mediterranea.