Per la Stagione lirica del Trentino Alto Adige, dittico americano di Bernstein e di Barber

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Opera TAA Haydn AHandofBridge foto Oper Leipzig
Al Teatro Comunale di Bolzano “Trouble in Tahiti” e “A Hand of Bridge”

 

Opera TAA Haydn AHandofBridge foto Oper LeipzigLa Stagione d’opera del Trentino Alto Adige della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento entra nel vivo con due significativi lavori di teatro musicale che gettano uno sguardo critico sull’America degli anni Cinquanta.  

Dopo l’avvio a Trento con Così fan tutte di Mozart, “OPER.A 20.21”, la Stagione con la direzione artistica di Matthias Lošek, entra nel vivo. Venerdì 4 e sabato 5 dicembre (ore 20.00), al Teatro Comunale di Bolzano, si potrà assistere a due lavori di teatro musicale che gettano uno sguardo critico all’“american way of life” degli anni Cinquanta: Trouble In Tahiti di Leonard Bernstein e, in apertura di serata, A Hand of Bridge di Samuel Barber. Sul podio dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento salirà Anthony Bramall. Regia di Patrick Bialdyga. Interpreti: Jennifer Porto, Sandra Maxheimer, Toby Girling, Patrick Vogel, Felix-Tillman Groth. Le due opere, una coproduzione Oper Leipzig e Fondazione Haydn, saranno rappresentate in lingua tedesca con sopratitoli in tedesco e in italiano. 

Trouble in Tahiti è un’opera in un atto in sette scene di Leonard Bernstein, l’unica per la quale lo stesso compositore statunitense abbia concepito sia il libretto che la musica. Scritta nel 1951 e andata in scena la prima volta nel 1952, di fronte ai quasi 3.000 spettatori del Brandeis University Festival of the Creative Arts, festival diretto dallo stesso Bernstein, Trouble in Tahiti è considerata da molti d’ispirazione autobiografica, ma l’opera è soprattutto un’aspra critica allo stereotipo del modello di famiglia della “middle class” americana degli anni Cinquanta e alla sfrenata corsa al consumismo di quel periodo. La vicenda si svolge in una immaginaria e tranquilla cittadina chiamata Suburbia: è la storia di una giornata di Sam e di Dinah, coniugi eternamente in conflitto che trascinano stancamente il proprio matrimonio. Lui è un imprenditore di successo, disinteressato alla vita familiare, mentre lei è una casalinga insoddisfatta, incapace di instaurare un dialogo con il marito e con il figlio. Nel corso dell’opera, alla incomunicabilità dei due protagonisti, si contrappone l’allegra presenza di un trio di ispirazione jazz che intona canzoni e jingle pubblicitari che evocano i presunti valori dell’America consumistica degli anni Cinquanta. 

Con i suoi neanche dieci minuti di durata, A Hand of Bridge può essere considerata l’opera più breve mai concepita. Scritta da Samuel Barber su libretto di Gian Carlo Menotti, fu rappresentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1959 (la prima americana avvenne l’anno seguente, a New York). Durante una partita a bridge, due coppie non propriamente felici (Bill e Sally, David e Geraldine) esternano le proprie insoddisfazioni e le proprie aspirazioni. Ognuno dei quattro personaggi ha a disposizione una arietta.