Ritardi di pagamento,le piccole e medie imprese chiedono interventi rapidi

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La Cgia si appella ad un intervento urgente del Governo non più procastinabile

Tra la stretta creditizia (-1,24% di prestiti erogati dalle banche agli artigiani nel 2011), l’aumento dei ritardi nei pagamenti (+38 giorni praticati dalla pubblica amministrazione negli ultimi 3 anni) e l’incremento dei fallimenti (+60,5% negli ultimi 4 anni), le piccole imprese sono allo stremo. Il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi chiede al Premier Monti di intervenire in prima persona per accelerare l’iter che consenta all’Italia di recepire la Direttiva Ue contro i ritardi dei pagamenti.
Questo il testo dell’appello:
“Presidente, vista la sua sensibilità nei confronti delle piccole imprese, la preghiamo di impegnarsi in prima persona affinché il Governo recepisca in tempi brevissimi la Direttiva europea contro i ritardi dei pagamenti. Le ricordiamo che in questi ultimi anni di crisi economica solo in Italia i tempi di pagamento si sono allungati a dismisura. Questa situazione ha messo in grosse difficoltà moltissime imprese di piccole dimensioni  che, a seguito della diminuzione del credito erogato dalle banche,  non sono più in grado di fronteggiare la crisi”.
Il quadro generale del’economia per le piccole e medie imprese è drammatico. I ritardi nei pagamenti tra la pubblica amministrazione italiana e le imprese private, ad esempio, sono aumentati in questi ultimi 3 anni di 38 giorni. Secondo una recente elaborazione della Cgia, attualmente la pubblica amministrazione paga i suoi fornitori con un ritardo medio di 90 giorni. Se si tiene conto che le aziende italiane avanzano quasi 70 miliardi di euro dal solo Stato italiano (senza contare i debiti delle amministrazioni locali) e che l’Italia è maglia nera in Europa per i tempi medi di pagamento, la situazione si commenta da sé (vedere Tab. 1).

 

Grave anche lo scenario legato alle chiusure per fallimento: negli ultimi 4 anni di crisi economica, i fallimenti sono cresciuti del 60,5%, toccando nel 2011 quota 11.615 e quasi un imprenditore su tre ha portato i libri in tribunale a causa dei forti ritardi nei pagamenti subiti (vedere Tab. 2).   
Sempre più difficile anche il rapporto con le banche. Se è vero che nei primi 10 mesi del 2011 gli impieghi erogati dalle banche all’intero sistema delle imprese italiane sono aumentati di quasi 5 punti percentuali, per le piccole imprese le cose sono andate diversamente. A fronte di un aumento ufficiale dell’inflazione del 3%, le imprese artigiane hanno registrato una contrazione dei prestiti pari a -1,24% e per le quasi società non finanziarie (ovvero, le piccole società come le snc o le sas) l’aumento è stato solo dello 0,31%. Per le imprese pubbliche, invece, le cose sono andate molto meglio: i crediti erogati hanno segnato un +26,11%. Per le altre imprese private (prevalentemente quelle di medie/grandi dimensioni), gli impieghi sono aumentati del +5,08% (vedere Tab. 3).

 

 

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