Statuto Veneto, nuovo autogol del Governo Monti: impugnata la Carta fondamentale della regione appena approvata all’unanimità

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Congresso Padova PdL Veneto 2012 Bond Zorzato

Congresso Padova PdL Veneto 2012 Bond ZorzatoContestato l’art. 30 relativo all’autonomia finanziaria della Regione. Bond: “un atto di prevaricazione. Siamo pronti a marciare su Roma”. Zorzato: “Non ci possiamo permettere questo rigurgito di centralismo”

Ennesimo autogol del Governo dei tecnici presieduto dall’ex rettore della Bocconi, Mario Monti: dopo avere definito degli “sfigati” gli universitari che non si laureano entro i 24 anni (sottosegretario Martone), o una tristezza il posto fisso (Monti), ecco che la “manina” cala sullo Statuto della regione Veneto fresco di approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale (cosa unica nel panorama istituzionale italiano): il Governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale lo Statuto nella parte dedicata all’autonomia finanziaria della regione regolata dal IV comma dell’articolo 30 dello Statuto. Un provvedimento che non ha mancato di suscitare vibrate proteste, specie da parte del Pdl, partito che a Venezia e Roma regge le sorti delle maggioranze di Zaia e dello stesso Monti. L’oggetto del contendere è la possibilità da parte della Regione di gestire autonomamente le proprie risorse economiche, allocando i fondi nei settori ritenuti strategici per il programma regionale: Cosa che Roma non vuole assolutamente ammettere, visto che per il Governo la Regione deve agire nell’ambito delle direttive economiche impartite dall’amministrazione centrale.
dario bond 1 1Il capogruppo del Pdl nel Consiglio regionale veneto Dario Bond e il suo vice Piergiorgio Cortellazzo sono esterrefatti: “siamo pronti a marciare su Roma. Questa impugnazione è una sberla per tutti i Veneti, l’ennesima prevaricazione. Dobbiamo reagire con forza e determinazione tutti insieme. Ricordiamo che questo Statuto è arrivato dopo dieci anni di confronto ed è stato votato all’unanimità, fatto che non ha avuto precedenti in Italia”.
Bond intona una filippica degna più di uno sfegatato militante leghista che di un compassato esponente liberale: “spiace constatare che questo Governo, sostenuto da un fronte ampio e trasversale, non abbia sollevato nessuna obiezione di fronte alle critiche di uno dei suoi viceministri. In questo modo l’esecutivo Monti si sta dimostrando lontano dal Veneto e dalle sue legittime aspettative. Legittime perché l’articolo impugnato è la fotocopia di principi contenuti nei decreti sul federalismo. Quella di oggi per il Veneto è una giornata triste perché racconta l’ennesima sopraffazione da parte di Roma, percepita sempre più lontana e distante. Bloccare lo Statuto davanti al giudice costituzionale significa bloccare per lungo tempo quella stagione di riforme e di interventi che il Veneto stava studiando da anni”.
Critiche alla decisione del Governo anche da parte del vicepresidente della Giunta regionale Marino Zorzato (PdL): “l’articolo 30 dello Statuto che prevede l’autonomia finanziaria per la nostra Regione è l’applicazione pratica del federalismo in terra veneta. Impugnare tale disposizione davanti al giudice costituzionale significa che da parte di questo Governo c’è una preclusione all’applicazione del federalismo. E’ un passo indietro nei rapporti tra Stato e Regioni, allo stesso tempo un punto a favore del centralismo e questo non lo possiamo assolutamente permettere. Il Veneto ha bisogno di questo Statuto e dei suoi contenuti innovativi per avviare una vera stagione di riforme. Stagione che in tempi di crisi così profonda non può essere rinviata”.
Gli esponenti azzurri lanciano un appello al Consiglio regionale e alla pattuglia parlamentare ad intervenire per riportare il Governo su una linea più consona, per evitare “un ondata di malcontento nei confronti del Governo dei professori senza precedenti”.
Sul tema interviene deciso anche il presidente della Regione, Luca Zaia: “il segnale che arriva da questo provvedimento del Governo pone la questione centrale di come Roma, sempre più ancorata a una brutale logica centralista, continui a disattendere ogni legittima aspirazione dei nostri territori. Impugnare il nostro Statuto esalta i centralisti di Roma e continua a trattare il Veneto e il Nord come periferia dell’impero”. Anche Zaia auspica un ravvedimento del Governo, in quanto “a questa azione, che ritengo infondata, corrisponderà una reazione uguale e contraria e che la Regione del Veneto continuerà a difendere i propri diritti in ogni sede”.
Insomma, al Governo Monti conviene correre il più rapidamente possibile in ritirata, perché in caso contrario la sua maggioranza rischia grosso.