I vertici di Confindustria Italia e Germania discutono di crescita e sviluppo dell’economia
Bolzano ha nuovamente ospitato il Forum economico italo tedesco, giunto alla V edizione, che ha visto il confronto tra i vertici delle organizzazioni confindustriali di Italia e Germania.
«Come amico dell’Italia sono particolarmente felice, che l’Italia abbia ritrovato la via della crescita e che le riforme del premier Renzi vengano applicate – ha detto il presidente degli industriali tedeschi Ulrich Grillo. – Non dobbiamo però che la Germania e l’Italia attualmente approfittano di tassi bassi, un cambio vantaggioso di dollaro ed euro come anche del prezzo del petrolio basso. Questi fattori danno una spinta alla congiuntura. Per questo dobbiamo impegnarci già adesso a garantire una crescita anche quando questi fattori diminuiranno».
Il presidente degli industriali tedeschi ha commentato anche lo scandalo del “Dieselgate”: «il comportamento di Volkswagen è inaccettabile. La questione va chiarita in modo trasparente e tempestivo. Sono assolutamente da evitare effetti negativi per il “Made in Germany”. Fortunatamente le reazioni in Europa, come anche Oltreoceano, sono confortanti. L’industria tedesca gode ancora di molta stima e il caso viene recepito come il problema di un’azienda». Secondo Grillo, la situazione economica in Germania è comunque buona, nonostante i segnali di inversione di tendenza, con una crescita del 2%. «Dobbiamo però affrontare le sfide, investire e guardare al futuro» ha sottolineato Grillo. Per il presidente Bdi, anche «il problema della migrazione non va sottovalutato che è un test decisivo per l’Europa».
Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, «l’incontro di Bolzano è la quinta occasione di confronto tra i due sistemi manifatturieri più forti d’Europa, quello italiano e quello tedesco». Secondo Squinzi «ci sono alcune criticità che riguardano entrambi i Paesi: ad esempio il caso Volkswagen, che coinvolge anche le aziende italiane dell’automotive, la regolamentazione del “Made in” cui la Germania non ha una posizione unitaria con l’Italia, l’“emission trading scheme”, il caso Ilva inteso come aiuto di Stato. Su questi temi cercheremo di trovare un accordo perché siamo i numero uno e i numero due d’Europa e, da leader del manifatturiero, abbiamo il dovere di scambiarci idee e opinioni e trovare soluzioni condivise», ha concluso Squinzi.