Confartigianato Verona, no al canone Rai in bolletta elettrica

0
351
canone rai
Bissoli: «il rischio è che le imprese siano chiamate a pagare il carissimo canone speciale anche se in azienda il televisore non esiste»

 

canone raiLe imprese iniziano ad innalzare un muro contro l’ipotesi di inserire il balzello del canone Rai, una delle tasse più odiate ed ingiuste del panorama fiscale italiano, nella bolletta dell’energia. Dopo il diniego delle imprese elettriche che sarebbero gravate da un aumento di costi, ora tocca alle imprese manifatturiere.

«Non bastavano tredici balzelli in bolletta elettrica: ora ne vogliono aggiungere un altro» sbotta Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona, che giudica ingiusta ed Confartigianato Verona presidente Andrea Bissolianacronistica  l’ipotesi di aggiungere il canone Rai agli oneri generali di sistema e alle imposte che nel complesso già pesano per il 38,6% sul costo finale dell’elettricità pagato dalle famiglie italiane. 

Secondo Confartigianato l’utilizzo della bolletta elettrica per esigere il canone finirebbe per appesantire il costo dell’energia e rendere più complessa la lettura delle voci di costo. Già oggi la soddisfazione degli italiani circa la chiarezza e la comprensibilità della bolletta dell’energia elettrica è molto bassa: sono 10.300.000 le famiglie italiane (il 58,9% del totale) che non si ritengono soddisfatte di questo aspetto del servizio.

Secondo Confartigianato le ipotesi avanzate dal Governo dovrebbero essere l’occasione per sciogliere il nodo del canone speciale pagato dalle imprese. Oggi gli imprenditori pagano il canone di abbonamento speciale, con un gettito annuo di 74 milioni di euro, per il possesso di apparecchi atti/adattabili alla ricezione dei programmi radiofonici/televisivi, con qualsiasi mezzo e tecnologia diffusi, in esercizi pubblici o in locali aperti al pubblico e comunque al di fuori dell’ambito familiare. «Un tributo che definiamo anacronistico e illegittimo – spiega Bissoli – perché rivolto anche ad imprenditori che, oltre a pagare già il canone Rai ordinario, sono chiamati a pagare anche per il possesso di qualsiasi dispositivo che riceve il segnale tv, inclusi i sistemi di videosorveglianza. Come dire che ad un imprenditore basta possedere uno smartphone, un tablet o un impianto antifurto per essere costretto a pagare una somma che può arrivare a 6.000 euro l’anno». 

Secondo Confartigianato quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perché vengono “tassati” strumenti di lavoro che gli imprenditori utilizzano non certo per guardare i programmi Rai. Si tratta di un vero e proprio balzello non più giustificato. La diffusione degli strumenti digitali portatili con l’elevato utilizzo di contenuti on line, che arriva fino al 48,1% del totale della popolazione, rende obsoleta e superata questa forma di prelievo sulle imprese e ne aumenta i costi burocratici.

«A seguito delle nostre proteste – conclude Bissoli – nei mesi scorsi numerosi esponenti del Governo si erano impegnati a cancellare il canone speciale pagato dalle imprese. Ci auguriamo auguro che le ipotesi allo studio del Governo siano l’occasione perché ciò avvenga».