Friuli Venezia Giulia, no al carbone nella centrale A2A di Monfalcone

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Centrale termoelettrica Monfalcone A2A
Vito: «il Piano energetico regionale privilegia l’impiego di energie sostenibili»

 

Centrale termoelettrica Monfalcone A2A«La Regione dice un “no” chiaro all’uso del carbone per produrre energia elettrica alla centrale A2A di Monfalcone» ha detto l’assessore all’ambiente ed energia del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, dopo la riunione alla Biblioteca comunale di Monfalcone, dove è stato illustrato il Piano energetico regionale (Per).

«Questo Piano – ricorda Vito – rappresenta una svolta storica, perché per la prima volta la Regione prende una posizione chiara e netta su quale debba essere il futuro della centrale termoelettrica di Monfalcone. Una volontà dell’azienda di continuare a utilizzare il carbone per produrre energia elettrica sarebbe contrario al modello di sviluppo che FVG assessore energia e ambietne Sara Vitoabbiamo in mente per il Friuli Venezia Giulia e che abbiamo indicato nel “Per”. Le aperture dell’azienda a possibili scenari alternativi – aggiunge l’assessore – devono avere un contenuto realistico. Solo in questo caso il tavolo di confronto avrebbe un senso. Questa non è solo la posizione dell’assessore regionale all’ambiente, ma rappresenta le istanze del territorio».

Vito risponde anche al Movimento 5 Stelle sul pericolo che nella centrale di Monfalcone possa venire utilizzato il cosiddetto “CSS”, il combustibile prodotto dalla vagliatura della parte secca dei rifiuti domestici. «Da tempo – sottolinea l’assessore Vito – abbiamo espresso la più totale contrarietà all’incenerimento dei rifiuti, anche attraverso una norma proposta da questa Giunta e approvata in Consiglio regionale. E ricordo anche – conclude l’assessore – che è stata questa Giunta ad avviare per la prima volta una serie di indagini epidemiologiche sull’impatto della centrale di Monfalcone sulla salute e sull’ambiente del territorio. Una novità assoluta, dopo che nel passato su questo fronte non era stato fatto nulla».

L’assessore Vito inoltre, replicando alle osservazioni dell’Associazione delle Piccole e Medie Industrie FVG, ricorda che «per la prima volta il “Per” individua le misure attraverso una valutazione socioeconomica. Volutamente la Giunta non ha indicato “priorità” ma ha preferito porre l’accento sulla potenzialità, per garantire al “Per” quella flessibilità indispensabile a renderlo uno strumento dinamico e capace di stare al passo dei futuri sviluppo del mondo dell’energia che – conclude – sappiamo essere in continua evoluzione».