Friuli Venezia Giulia, dall’indagine congiunturale trimestrale il settore manifatturiero conferma la crescita

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Unioncamere FVG Presentazione 14 settembre 2015 5
Pavan: «ottimismo percepibile. Primo obiettivo la tenuta». Bene anche il vitivinicolo e la logistica, mentre è ancora negativa l’edilizia

 

Unioncamere FVG Presentazione 14 settembre 2015 5Per la prima volta l’indagine congiunturale trimestrale curata dal Centro Studi di Unioncamere Friuli Venezia Giulia ha cambiato casa, spostandosi dalle tradizionali sedi istituzionali – per effetto della turnazione sarebbe stata la volta della Camera di commercio di Gorizia – ai locali di un’impresa regionale (l’Azienda agricola Gradis’ciutta di Princic Robert a San Floriano del Collio in provincia di Gorizia), «segno concreto – ha detto il presidente di Unioncamere FVG, Giovanni Pavan – della vicinanza del sistema camerale al tessuto produttivo del territorio».

Assieme a lui nella tradizionale conferenza stampa di aggiornamento, il collega isontino, Gianluca Madriz e Nicola Ianuale, presidente di Questlab Srl, la società incaricata di elaborare l’indagine condotta su un campione di 1.500 imprese.

«Rilevo l’auspicata continuità di numeri con segno positivo – ha osservato Pavan – e questo si traduce con un ottimismo percepibile tra i nostri imprenditori. Da sei trimestri consecutivi la manifattura sta all’interno di una congiuntura positiva, eccezion fatta per un solo lieve rallentamento verificatosi a fine 2014. Parlare di ripresa non è più un tabù, anche se il quadro macroeconomico mondiale, influenzato in questo periodo, per esempio, dalla flessione cinese, impone sempre la massima attenzione e cautela nelle valutazioni, soprattutto in una regione come la nostra così ad alto tasso di esportazioni».

Crisi estere nell’agenda del presidente, quindi, che ha citato anche quella della Russia, il paese più grande del mondo «in piena recessione soprattutto a causa delle sanzioni occidentali che hanno accentuato profonde carenze strutturali legate alla mancanza di investimenti». I fattori positivi riguardano «il “quantitative easing”, politica monetaria espansiva varata dalla Bce che sembra attenuare il difficile rapporto tra imprese e credito». In questi primi mesi della sua applicazione, infatti, si registra un recupero, seppur debole, della domanda di finanziamenti da parte delle imprese, mentre per le famiglie consumatrici è stato rilevato un moderato miglioramento delle condizioni di offerta e anche il proseguimento dell’espansione della domanda di prestiti.

Altri fattori positivi sono il tasso di cambio tra dollaro ed euro ed il calo del prezzo del petrolio (in un anno siamo passati dai 100/105 dollari dell’agosto 2014 ai 47 dollari di agosto 2015).

Il Pil nazionale torna a crescere: di poco ma per due trimestri consecutivi il Pil cresce. Il risultato più significativo è che sembra avere abbandonato il segno negativo. Le stime dell’Istat pubblicate il 14 agosto indicano un +0,2% rispetto al I trimestre 2015 e un +0,5% nel confronto con il II trimestre del 2014. La variazione congiunturale è la sintesi di una variazione positiva della componente nazionale.

Le positive considerazioni di Pavan sono accompagnate dall’altrettanto solidità dei numeri: nel secondo trimestre del 2015 sono cresciute la produzione (con un +1,25% sul tendenziale), il fatturato (+2,45%), gli ordini esteri (+2%) e quelli interni (+1,6%) che hanno finalmente ripreso a marciare. Bene anche l’occupazione (+0,5%). Congiuntura positiva per vitivinicolo e logistica: nel primo caso si registra un aumento della produzione (+0,8%), del fatturato (+1%), degli ordini interni +2,7%. Per la logistica: fatturato +1,6%, occupazione +1,5%. Cambio di “rotta” per commercio e servizi dell’ospitalità: per il commercio si conferma, in questo primo semestre 2015, il dato positivo delle vendite (+1,2% nel I trimestre e +1,1% nel II), mentre l’occupazione continua a calare (-2,7% la variazione tendenziale). Leggero incremento delle vendite (+0,7%) anche per i servizi dell’ospitalità. Resta in area negativa l’edilizia: -1,4% la produzione, -1,3% fatturato e commesse, -2,6% l’occupazione.