A luglio cresce l’occupazione in Italia, meno a NordEst

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Industria metalmeccanica Fiat 2011 nuova Panda catena montaggio sistemi anteriore operai
Positivo il II trimestre 2015. Secondo l’Istat il tendenziale annuo nazionale è all’1,1%

 

Fiat 2011 nuova Panda catena montaggio sistemi anteriore operaiCresca a luglio la stima degli occupati: secondo l’Istat l’aumento è dello 0,2%, pari a 44.000 nuovi posti di lavoro, dopo il calo di maggio (-0,2%) e la lieve crescita di giugno (+0,1%). Il tasso di occupazione aumenta nel mese di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Nell’anno l’occupazione cresce dell’1,1% (+235.000 persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,7 punti. Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo maggio-luglio 2015 il tasso di occupazione cresce (+0,2 punti percentuali), mentre calano il tasso di disoccupazione (-0,1 punti) e il tasso di inattivita’ (-0,1 punti).

Il calo della disoccupazione a luglio scorso riguarda anche i giovani 15-24enni. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 40,5%, in calo di 2,5 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, ovvero coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. La stima del numero di giovani inattivi è in aumento dello 0,6% nel confronto mensile (+27.000). 

Anche fra i giovani europei in luglio si è registrato un lieve miglioramento della situazione occupazionale: il tasso di disoccupazione è sceso rispetto al luglio 2014 dal precedente 23,8% al 21,9% nell’Eurozona e dal 22% al 20,4% in Ue. Come certifica Eurostat, i disoccupati sotto i 25 anni erano nel luglio scorso pari a 4,634 milioni in Ue di cui 3,093 in Eurozona. L’Italia si conferma fra i paesi con il tasso più elevato di disoccupazione giovanile (40,5%): più alti solo in Grecia (oltre 50%), Spagna (48,6%) e Croazia (43,1%). Quello più basso si è registrato in Germania (7%).

A livello territoriale, il tasso di disoccupazione in Friuli Venezia Giulia nella prima metà del 2015 risulta pari all’8,6%, contro il 7,8% dello stesso periodo del 2014. La disoccupazione femminile si conferma sopra il 10% per il secondo trimestre consecutivo, pari al 10,3% nel primo trimestre e al 10,5% nel secondo, il dato più elevato dal 2003 a oggi in base alle serie storiche disponibili. 

«I dati trimestrali dell’Istat confermano purtroppo che una ripresa occupazionale non c’è. In particolare in Friuli Venezia Giulia, dove l’andamento tendenziale rispetto al 2014 è addirittura negativo» afferma in una nota la Cgil regionale. «Numeri alla mano – sostiene il sindacato – il secondo trimestre si è chiuso con un saldo negativo di 5.000 posti rispetto allo stesso periodo del 2014: 497.000 occupati contro i 502.000 registrati lo scorso anno. Considerato che anche il primo trimestre si era chiuso con un saldo negativo (3.500 posti), nella prima metà del 2015 il dato medio di occupati è inferiore di oltre 4.000 unità a quello dello scorso anno». 

In Trentino gli occupati crescono, su base annua, di circa il 2%. Migliorano tutti gli indicatori e frena la disoccupazione, nel senso che, sempre su base annua, aumenta meno rispetto al solito, con la forza lavoro che si attesta a 252.000 unità, con una composizione di genere che vede un incremento significativo per le donne (+5,0%) e una leggera contrazione per gli uomini (-0,8%). In Alto Adige c’è stato un leggero calo dell’occupazione (-1.000 unità, a 251.000 occupati), mentre in Veneto il calo è stato più sensibile (da 2.239.000 a 2.216.000 unità). In calo anche l’Emilia Romagna (da 2.087.000 a 2.082.000 occupati).