L’Agenzia delle Entrate vince contro Pasta Zara spa

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Riese Pio X (Treviso). L’Agenzia delle Entrate ha visto accogliere il proprio ricorso dalla quinta sezione della Cassazione, presieduta dal giudice Stefano Bielli, contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale di Venezia favorevole a Pasta Zara spa.

Pasta Zara spa è difesa dall’avvocato Francesca Piva, partner dello studio legale Tiengo e Piva in Padova e dal prof. avvocato Francesco D’Ayala Valva dell’omonimo studio legale in Roma.

L’Agenzia delle Entrate è difesa dall’avvocatura dello Stato con l’avvocato Garofoli.

La vicenda riguarda un “avviso di accertamento (ricevuto da Pasta Zara n.d.r.) con cui – si legge in sentenza – veniva ripreso a tassazione a fini IVA l’importo relativo a fatture per operazioni inesistenti”. L’adesione del contribuente al condono 289/02 “consentiva di ritenere transatte – continua la sentenza – le posizioni debitorie dei contribuente, ma non impediva il recupero di crediti indebitamente riscossi a seguito di illecite appostazioni contabili.”

In primo grado la Commissione Tributaria Provinciale di Treviso aveva rigettato il ricorso contro l’avviso di accertamento. In secondo grado la Commissione Tributaria Regionale di Venezia aveva accolto l’appello di Pasta Zara, annullando l’avviso di accertamento “reputando – si legge in sentenza – non raggiunta la prova delle illecite operazioni contestate”.
Ora la Corte di Cassazione, con sentenza pubblicata lo scorso 8 aprile, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza impugnata e rinviando ad altra sezione della Commissione Tributaria Regionale del Veneto, che deciderà anche sulle spese del giudizio in Cassazione.

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