Conferenza post Ferragosto di Zaia a tutto tondo

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Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia dita
«In Veneto non un euro fuori posto. Appello a Renzi ad applicare subito per tutti obbligatoriamente i costi standard per battere gli spreconi»

 

Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia ditaConferenza stampa “calda” quella del governatore del Veneto Luca Zaia all’indomani della pausa ferragostana, accesa in particolare dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il bilancio della regione Piemonte.

«La nostra situazione è assolutamente in ordine, avendo le certificazioni che le partite a bilancio sono state allocate come dovevano. Ma la vera questione è che lo Stato ci presta, a pagamento, i nostri soldi» ha detto Zaia, secondo il quale «noi abbiamo bloccati dal patto di stabilità 1,3 miliardi di euro presso la tesoreria unica nazionale e lo Stato ci ha prestato questi soldi, come a tutte le altre Regioni, con un costo finale di almeno venti milioni l’anno di interessi. Noi, rispondiamo al dubbio legittimo dei cittadini, abbiamo fatto un’imputazione a bilancio rispettosa dei dettami di legge, perché qui non si fanno imputazioni o giochetti di bilancio per coprire i buchi. Chi ha fatto degli errori, dovrà pagare; ma l’impressione è che si tenti di approfittare dell’errore di qualcuno per screditare tutte le Regioni».

Zaia, dunque, a sua volta attacca Roma: «il Governo Renzi ha fatto partire un gioco al massacro a cui noi non ci stiamo, anche se, a livello locale, il fronte si sta rompendo, con qualcuno che introduce nuove tasse, cosa che noi non faremo. Non introdurremo mai l’addizionale Irpef, che pur varrebbe circa 180 milioni; non introdurremo accise sulla benzina, che pur porterebbero 40 milioni; non imporremo ticket regionali sulla sanità dai quali potremmo raccogliere almeno 100 milioni. Perché, tra qualche mese, il Governo dirà che ha contratto la pressione fiscale, ma la verità è che l’ha trasferita a livello locale, costringendo gli enti locali a introdurre nuove tasse e, alla fine, il cittadino pagherà il conto. Denunceremo questa situazione ogni giorno, perché così le cose non funzionano. E ho l’impressione che il caso del Piemonte abbia solo aperto i giochi».

Zaia ha poi allargato l’orizzonte al tema dell’autonomia: «il motivo principale della nostra presenza qui è dare risposte ai Veneti che chiedono che le tasse restino in Veneto. Per questo, non rinunciamo ai nostri percorsi di autonomia e indipendenza, sempre nel rispetto della legge. Fare i referendum solo per farli non serve a niente: devono avere una ricaduta ed è per questo che stiamo andando avanti facendo le cose per bene. Anche la Catalunya, che ha alle spalle una storia di 80 anni, aveva annunciato il suo referendum, per il 9 novembre 2014, ma poi si è fatta solo una consultazione informale: se noi annunciamo una cosa, è perché la vogliamo fare e confermo che è ancora aperto il conto corrente per le donazioni. E’ una battaglia che facciamo, perché i Veneti sono arrabbiati». 

Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia maniAnche dinanzi alla riformicchia istituzionale in discussione al parlamento, Zaia è chiaro: «se decidi di avere uno Stato federalista, fai il Senato federale, se no, chiudi le Regioni. Basta che, al Governo, siano sostanzialmente d’accordo con se stessi. Perché il Senato federale è uno dei presupposti di un federalismo reale, concreto. Io ero per la soluzione elettiva, sempre tenendo presente che non sono previste indennità, ma mi rendo conto della situazione, per cui staremo a vedere cosa accade. Perché è un tema di cui si parla da almeno trent’anni e, con carte scritte, la riforma è sul tavolo da almeno tre anni».

Zaia è poi tornato sul tema dei costi standard e sui possibili nuovi tagli al fondo della Sanità: «sul tema dei costi standard, il Governo è ostaggio degli spreconi. Se si applica questa virtuosità, si risparmiano trenta miliardi l’anno, cioè più di un terzo di interessi sul debito pubblico. Gli strumenti per farlo ci sono e sono applicabili, come conferma che, in campo sanitario, i costi standard sono già pronti dal 2011. Ma, al dato tecnico, si contrappone il dato politico, riguardo al quale è dichiarato che il Governo non applicherà mai elementi di virtuosità, come dimostra la modifica del titolo quinto della Costituzione, che ha dimenticato di dire che la suggestione resta tale, perché, non assoggettando le Regioni a Statuto speciale, gli sprechi continueranno, oltre ad introdurre la clausola di supremazia statale». 

Zaia lancia così una provocazione: «si dimostri che il Governo non è ostaggio degli spreconi con un’applicazione coatta, violenta, di costi e fabbisogni standard. Capisco che l’applicazione di questa virtuosità manderebbe in difficoltà alcune Regioni; ma è questa la sfida, che richiede un’autorità superiore, che imponga a tutti le regole. E questa realtà è il Parlamento, anche se, portando un provvedimento simile, non si avrà mai la maggioranza, perché questa sostiene sprechi e non virtuosità».

Sul tema dell’immigrazione, Zaia continua a dichiararsi «molto preoccupato». E rispedisce al mittente le accuse di mancanza di coordinamento da parte della Regione. «PotreiLuca Zaia mano alzata dire: “vai avanti tu che a me vien da ridere”. Perché, in primo luogo, l’accordo del luglio 2014 non prevede alcun ruolo di coordinamento regionale e, in secondo luogo, non si vieta a nessuno di ricevere profughi o immigrati. L’obiettivo di certi attacchi, provenienti soprattutto da politici di sinistra, è allora quello di spostare il riflettore dal Governo alla Regione». Zaia fa quindi appello all’Anci («che è in grado di dettare il tavolo al Governo»): «se qualcuno vuole coordinare la vicenda i sindaci sono in grado di farlo. Il fatto è che, su 579 comuni veneti, solo cinque hanno dato formale disponibilità ad accettare immigrati sul loro territorio. E personalmente capisco la grande maggioranza di coloro che non sono disponibili, non sapendo chi andranno ad ospitare. Finiamola con questa farsa, perché siamo noi i primi ad essere indisponibili e, con noi, tutti i sindaci». 

Il presidente si è quindi nuovamente dichiarato contrario agli “hub” («forme di ammassamento che possono diventare bombe sociali») e ha spinto a riflettere sulla reale qualifica di profughi («avete visto i profughi veri? La comunità internazionale stessa ha sancito che non lo sono tutti quelli che arrivano dal Nord Africa, anche perché la disperazione è cosa diversa da buttare il cibo per terra»). «La partita immigrazione – riprende Zaia, invitando nel contempo ad indagare sui flussi dei servizi di “money transfer” – riguarderà sempre più territori e andrà sempre più peggiorando, finché non si capirà che i veri centri di accoglienza vanno fatti in Africa. Merkel e Hollande hanno ragione, al riguardo, ma è anche vero che l’Italia è stata lasciata sola, pur avendo la colpa di non essersi mai occupata di questi temi nel semestre di presidenza europea».