Federalberghi Veneto, primo bilancio della stagione turistica

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Il sole avvantaggia il settore, ma la politica lo affossa. Michielli: «parità di regole per alberghi ed affittacamere»

 

albergo hotel insegna esterna FbyShEstate 2015: nelle dichiarazioni del presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, ecco una sintesi dell’andamento della stagione turistica dell’estate 2015 tracciato attraverso le associazioni territoriali, dal mare al lago, dalla montagna alle terme, alle città d’arte.

«Il sole splende sul turismo veneto … sotto un cielo di nubi – esordisce Michielli – Arrivi e presenze in sostanziale tenuta, rispetto all’anno scorso, non bastano a disegnare l’andamento di una stagione. A oscurare il cielo c’è un carico fiscale oramai insopportabile, ultimo atto ieri sera, l’aumento retroattivo dell’IMU per gli hotel di Abano e Montegrotto i cui albergatori sono giustamente furenti; ci sono i costi di gestione arrivati alle stelle; azioni promozionali lasciate spesso all’iniziativa del singolo privato perché a livello pubblico i fondi non ci sono o sono “risibili”. E c’è, in testa a tutto, una questione tanto evidente quanto colpevolmente ignorata: il proliferare di strutture extralberghiere con molti onori e nessun onere. Un fenomeno – prosegue Michielli – che sta provocando danni e in alcuni casi si rivela fatale per le attività ricettive “classificate” che sono imprese e per questo vessate dal fisco e dalla burocrazia. Continuiamo a chiedere che a “stesso mercato corrispondano stesse regole”. Indifferibile si fa ormai il tema dei collegamenti aerei, varando un piano che in 5 anni sposti almeno il 30% dei turisti da ruota ad ala: i risultati della Spagna stanno a testimoniarlo».

 

TERME 

«Non ho parole per descrivere l’incapacità di certi amministratori – dichiara a caldo il presidente dell’Associazione Albergatori Termali di Abano-Montegrotto, Emanuele Boaretto – Questa “tranvata” dell’aumento IMU ci arriva addosso con tutto il peso delle scelte inique di un’amministrazione che sembra più animata da intenti persecutori che da un interesse a rendere possibile la ripresa economica del territorio che governa. È successo con i 2 milioni circa di tassa di soggiorno triplicati e con il doppio pagamento dello scarico acque; continua con quest’ultima scelta, utile come le altre a tappare i buchi di bilancio».

Secondo Boaretto «in termini di arrivi e presenze siamo in linea con i dati dell’anno scorso, il che ci fa ben sperare anche per i mesi di agosto e settembre. Continua a ridursi invece la permanenza, passata dalle 2/3 settimane degli anni ’90 ai 4 giorni attuali. Muta anche la composizione del bacino d’utenza, rappresentato al 50% da turisti stranieri, quando un tempo la maggioranza era composta da italiani. Il mese di luglio sta diventando per sempre più strutture alberghiere il mese di bassa stagione e di sosta – prosegue Boaretto – riteniamo che un’estate così calda renda meno interessanti le terme e che possa esserci un lieve calo sul 2014, anno in cui molti vacanzieri, soprattutto italiani, per il maltempo al mare o in montagna, hanno soggiornato alle terme. Se le temperature resteranno superiori ai 30 gradi – conclude Boaretto – ci aspettiamo di vedere molti più ospiti in settembre e ottobre, periodo per eccellenza dedicato alla cura termale fangoterapica».

 

MARE  

Jesolo. Lungo il litorale veneto, grazie al sole la stagione sta procedendo piuttosto bene. «Abbiamo avuto solo una leggera flessione, contenuta nell’ordine del -4%, a giugno, dopodiché arrivi e presenze sono decollati – dichiara il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori (Aja) Massimiliano Schiavon – Il mese di luglio è andato ottimamente e, stando al meteo e alle prenotazioni, prevediamo un agosto e un inizio settembre altrettanto buoni, con il nostro bacino d’utenza tradizionale in crescita (i turisti tedeschi) e ancora una flessione degli italiani. Insomma, la stagione sta tenendo e il dato positivo riguarda soprattutto gli alberghi. Quello che non regge più sono i fatturati».

albergo hotel piscina benessere donna costume FbyShBibione. Andamento a due velocità per l’estate bibionese: da un lato gli hotel vicinissimi al tutto esaurito (sono quasi 100 quelli presenti a Bibione), dall’altro le case-vacanza che perdono interesse (e turisti) e soffrono insieme ai campeggi.  «Il comparto alberghiero “tiene” –  conferma Silvio Solaro, presidente dell’Associazione Bibionese Albergatori (Aba) – Abbiamo tanti turisti provenienti dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera, ma anche dai Paesi dell’Est, dalla Polonia all’Ungheria, alla Repubblica Ceca. C’è un leggero sentore di ripresa degli italiani, ma è ancora presto per trarre conclusioni, mentre sono segnalati in calo i russi. Il mese di agosto promette bene, a giudicare dalle tante prenotazioni provenienti dalla Germania per il ferragosto. Siamo sempre la spiaggia delle famiglie, ma ci stiamo imponendo anche come spiaggia dello sport, con 80 chilometri di piste ciclabili, una cittadella attrezzata sulla sabbia che comprende campi da calcetto, beach volley, beach tennis e basket cui si accede gratuitamente. Allo sport sono dedicate le iniziative che si svolgono in primavera e a fine estate: in maggio la “Beach Volley Marathon”, il torneo all’aperto più grande al mondo con 10.000 atleti, e in settembre la Beach Fitness». 

Caorle. Stagione buona, grazie al sole, con un lieve incremento delle presenze e un decremento dei fatturati e dei pernottamenti (scesi a 3 notti). «La redditività è sempre più bassa e non ci consente di fare investimenti – spiega Eugenio Padovese, presidente dell’Associazione degli Albergatori di Caorle -. La clientela nella maggior parte dei circa 200 hotel presenti è fidelizzata, non c’è rinnovamento. Manca anche una strategia unitaria di promozione, che riscontriamo invece in altre regioni come la Puglia, la Sardegna, la Sicilia e la Toscana, alcune delle quali offrono appena il 30% dei servizi presenti nelle località del Veneto, ma che sanno vendersi come regioni e non come singole località». 

 

MONTAGNA  

Anche la montagna registra un buon avvio di stagione. A Cortina D’Ampezzo il clima caldo e senza piogge e le tante iniziative (dalla Coppa d’Oro delle Dolomiti alla sfida italo-russa dell’hockey challenge 2015, al premio Campiello) hanno favorito l’arrivo dei turisti che in giugno e luglio prediligono gli hotel a 3 stelle, mentre in agosto sono previsti gli arrivi nei 4 e 5 stelle. Molti i viaggiatori provenienti dal Nord Europa, segno che la recente e costante attività di promozione della Perla delle Dolomiti nei Paesi scandinavi ha fatto centro. «Siamo soddisfatti del ritorno che stiamo avendo e ci siamo attrezzati per fornire a questa tipologia di turisti i servizi più aderenti alle loro inclinazioni e al loro modo di vivere la vacanza, tendenzialmente sportivo – spiega il presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina D’Ampezzo, Gherardo Manaigo -. Ormai la maggioranza dei 62 hotel presenti qui mette a disposizione biciclette, attrezzature, informazioni sui percorsi e spazi dedicati alle attività sportive». Accanto agli svedesi e ai norvegesi, ecco i giapponesi, i belgi, i francesi. Cominciano ad arrivare anche turisti australiani, sudafricani, statunitensi. Insomma, Cortina D’Ampezzo sempre più cosmopolita. La permanenza si attesta sulle 4,3 notti.

In provincia di Belluno il bel tempo ha dato il via a una stagione da ricordare, al contrario degli anni passati, per i buoni risultati sia in termini di arrivi che di presenze. «Se il tempo reggerà, azzardo la previsione di un agosto col botto – dichiara Walter De Cassan, presidente dell’Associazione Albergatori di Belluno e provincia -. C’è il sentore di una ripresa del mercato interno, anche se le spese degli italiani nell’indotto sono ancora molto prudenti, mentre i turisti tedeschi sembrano in leggerissimo calo. Per il resto, come avviene a Cortina, quelle di quest’anno sono Dolomiti cosmopolite: nei registri degli alberghi le nazionalità sono le più disparate e tutti, dopo aver chiesto la disponibilità di una stanza, si informano sulla presenza del wifi, divenuto ormai una discriminante nella scelta della località e della struttura». 

 

LAGO DI GARDA 

Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania e Inghilterra sono i Paesi di provenienza della maggior parte dei turisti diretti negli alberghi della sponda veneta del Lago di Garda, dove la stagione sta andando discretamente, nonostante il caldo eccessivo abbia inaspettatamente rallentato i flussi in arrivo. È un turismo cosiddetto attivo, quello del lago, con proposte vicine alle abitudini dei Paesi nordici: attività di vela, parapendio, mountain bike.  «Abbiamo avuto un notevole incremento di turisti inglesi grazie ai voli diretti recentemente istituti al Catullo – afferma Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda Veneto -. Per il futuro confidiamo anche in un incremento dei voli dalla Danimarca per l’alto potenziale del turismo danese nel Garda. Per quanto riguarda l’andamento della stagione, nonostante un’ottima partenza a giugno, il caldo eccessivo di luglio ha frenato gli arrivi di alcuni turisti, spingendoli a rimanere più vicini a casa (la Baviera o i mari del Nord sono stati più caldi del consueto). Perciò non siamo ancora al tutto esaurito, anche se ci siamo vicini. Contiamo di raggiungerlo ai primi di agosto quando, a quanto pare, il clima diventerà più “vivibile”. Arrivi e presenze non danno però un quadro reale di una stagione in cui, come accade ormai da troppo tempo, i fatturati pesano in senso negativo così come la pressione fiscale e in un contesto di espansione incontrollata di strutture “extra” per locazioni brevi che rispetto alle imprese “note e catalogate” operano di fatto una concorrenza sleale». La sponda veneta del Lago di Garda conta circa 400 strutture alberghiere con 27.000 posti letto, 4.000 addetti e 600 milioni di fatturato. lago garda 2011 panorama dal Sommo basso garda

 

CITTA’ D’ARTE 

Nelle città d’arte la stagione prosegue in linea con gli anni passati. A Venezia il “motivo in più” è la Biennale; a Verona la stagione dell’Arena. Incombe su tutte il dilagare incontrollato di un settore extralberghiero, contro cui il settore alberghiero sta combattendo da tempo una lotta ad armi impari. A gran voce i presidenti delle rispettive associazioni degli albergatori denunciano la totale e colpevole assenza di controlli nell’indifferenza delle istituzioni pubbliche verso quella concorrenza sleale.

«Non è una difesa corporativistica quella contro l’extralberghiero – precisa il presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori (Ava) Vittorio Bonacini -. Qui ci sono in ballo implicazioni di ordine economico sì, ma anche legate alla sicurezza. Per quanto riguarda la stagione, il mese di luglio è andato bene: hanno però sofferto, anche per motivi legati al proliferare dell’extralberghiero, gli hotel della terraferma. Agosto sembra in buona prospettiva. Permangono i problemi di occupazione e di fatturato. Un discorso a parte lo meritano gli hotel della Riviera del Brenta colpita dal tornado e dalle conseguenti disdette nelle strutture ricettive. A fronte di un vergognoso ritardo da parte dello Stato nel decretare ufficialmente lo stato di calamità, stiamo cercando di incentivare l’arrivo dei turisti attraverso una campagna di informazione/promozione presso i tour operator all’estero delle strutture che sono in grado di accoglierli». 

Anche a Verona, 180 alberghi associati in tutta la provincia, sia in termini di arrivi che di presenze l’estate prosegue con segno positivo. La stagione lirica dell’Arena richiama come sempre molti turisti, soprattutto tedeschi, francesi e americani, mentre l’Expo nella vicina Milano non ha sortito l’effetto sperato. Diminuiscono ancora le notti trascorse negli alberghi della città che registrano una media di 1,5-1,7 notti. «Se guardassimo alle presenze potremmo dirci contenti – dichiara il presidente degli albergatori veronesi Giulio Cavara -. Ma ci sono variabili che cambiano il verso delle cose perché sono divenute ormai determinanti. Abbiamo anche noi la nostra Cina o il nostro Uber: sono le centinaia di strutture, case, B&B e altro ancora, che agiscono come vere e proprie “imprese” e che di questo “status” godono solo delle delizie evitandosi le croci. Solo una politica miope e scellerata può non rendersi conto delle conseguenze che questo fenomeno incontrollato porterà con sé, quando comincerà a erodere irrimediabilmente il mercato di chi invece porta soldi nelle casse dello Stato e dei Comuni proprio perché agisce da imprenditore, alla luce del sole. C’è da chiedersi chi abbia più il senso della cosa pubblica, se chi nel pubblico lavora o chi opera nel privato. È ora che queste attività vengano messe a regime d’impresa, come tutto ciò che fa turismo».2013 Arena di Verona foto Ennevi

L’assenza di eventi lascia la città del Santo a bocca asciutta, con gli alberghi in stallo rispetto al 2014 e fatturati sempre più risicati. Che gli eventi siano determinanti lo dimostrano gli esempi di Venezia e Verona. «Siamo in mano a un’amministrazione immobile e insensibile alle potenzialità del settore turistico – dichiara Monica Soranzo, presidente dell’Associazione Albergatori di Padova e provincia -. In più subiamo la concorrenza delle strutture extralberghiere: basti pensare che su un incremento di 70.000 presenze nel 2014 rispetto al 2013 nel capoluogo, 60.000 sono relative ai B&B». A Padova quest’anno soffrono anche i ristoranti, per ragioni legate alle alte temperature che hanno spinto i turisti nelle località fuori porta.

Sulla forza trainante dei grandi eventi anche il presidente dell’Associazione degli albergatori di Vicenza Oscar Zago non ha dubbi e invoca una politica capace di dare continuità alle iniziative che nella primavera scorsa, e fino a inizio giugno, hanno riempito gli alberghi e dato ossigeno all’indotto. «L’apertura della terrazza della Basilica palladiana e l’ultima mostra di Marco Goldin, con i suoi 300.000 visitatori, sono un esempio di quanto possa essere forte e trainante il connubio tra cultura e turismo e come quest’alleanza generi ricadute positive sull’economia e l’immagine di un territorio – spiega Zago -. Proprio per questo risulta chiaro che non si può procedere a “spot”, ma bisogna dare continuità agli eventi con una programmazione di largo respiro che tocchi tutte le stagioni dell’anno. Terminata la mostra di Goldin, le presenze negli hotel sono sensibilmente scese». Secondo Zago «il fenomeno che si registra in questi mesi, e che riteniamo sia legato all’Expo è quello del turismo di gruppo negli alberghi con una medio-alta capacità di camere. In questo caso Vicenza si configura come city-break per i visitatori dell’Esposizione Universale».

A Treviso nel settore alberghiero la stagione è in sostanziale tenuta rispetto all’anno scorso, con una presenza straniera che compensa il leggero calo del mercato interno, soprattutto nel centro storico del capoluogo e nella zona del Prosecco. «Non si può parlare di risultati finora esaltanti, ma almeno non stiamo perdendo terreno, che di questi tempi è già qualcosa», dichiara Federico Capraro, presidente del Gruppo provinciale Albergatori Treviso.