Nasce a Verona il Consorzio di tutela “Pietra della Lessinia”

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Ziche marmi pietra di prun o della lessinia a spacco
Marconi: «volgiamo valorizzare la qualità del nostro prodotto con un disciplinare rigidissimo»

 

Ziche marmi pietra di prun o della lessinia a spacco“Biancon”, “Biancosel”, “Seciaron”: sono nomi della tradizione per un prodotto che, da sempre, è espressione del territorio veronese. Si tratta di tipologie di pietra che, oltre alla provenienza geografica dalle Prealpi venete, ora, hanno in comune un nuovo sistema di certificazione della qualità. Nasce con questo obiettivo il Consorzio Tutela Pietra della Lessinia, che riunisce 28 aziende del settore lapideo che lavorano e commerciano materiali delle cave dell’alta Valpolicella e delle zone di Prun, Cortine, Monte Loffa, Masua, Gorgusello e Molina (www.consorziopietradellalessinia.com). 

Una sorta di denominazione d’origine controllata come accade per i vini della Valpolicella da 25 anni, certifica adesso anche la vera Pietra della Lessinia, estratta nei comuni di Negrar, Sant’Anna D’Alfaedo e Fumane. La stessa che pavimenta la storica piazza Erbe, una delle più suggestive di Verona e d’Italia, ed è stata scelta di recente per il progetto di riqualificazione della piazza di Sant’Anna D’Alfaedo. 

Il Consorzio di Tutela ha predisposto tanto di rigido “disciplinare” – per restare nel paragone enologico – che prende in considerazione provenienza, profondità della falda e spessore del taglio della lastra.
A vigilare sul rispetto del protocollo, un’apposita commissione con il compito di individuare le pietre classiche e quelle superiori, classificandole secondo la destinazione d’utilizzo o scartandole se non idonee in termini di qualità. Solamente una volta superato questo esame, il materiale lapideo può fregiarsi del marchio “Pietra della Lessinia”. 

«Con la creazione del Consorzio di Tutela Pietra della Lessinia – spiega il presidente Vincenzo Marconi – abbiamo voluto creare uno strumento di controllo della qualità per valorizzare al meglio il frutto di un’attività che costituisce una vocazione di questi territori, attestata già dal quinto secolo prima di Cristo. Per la prima volta 28 imprese della Lessinia fanno sistema per promuovere esclusivamente l’eccellenza del nostro marmo, salvaguardandone la storia e il futuro». 

Si tratta di un’iniziativa importante per la provincia di Verona, dal momento che l’industria estrattiva, con quasi 500 aziende e 4.000 addetti, rappresenta una voce fondamentale dell’economia locale. Il distretto, infatti, si classifica primo esportatore italiano di pietre lavorate, con una quota che supera il 25% del totale nazionale e che, nel primo trimestre del 2015, ha raggiunto gli 86,6 milioni di euro, in crescita dell’8,6% sui primi tre mesi del 2014.