Sbalchiero (Confartigianato Veneto): “preoccupa la distanza con i nostri diretti concorrenti”
E’ passato un altro anno di crisi e, nel Veneto, mancano all’appello altre 1.100 imprese artigiane. Niente a che vedere con la batosta del 2009, quando il saldo si era fermato ad un terribile –3.057 unità, ma l’andamento continua in peggioramento rispetto allo scorso anno.
Il saldo 2010, risultato dalla differenza tra le 9.937 nuove iscrizioni e le 11.8038 cessazioni, porta a 141.792 il patrimonio di imprese artigiane operanti sul territorio regionale, con un calo dello 0,77% quasi doppio rispetto a quello medio registrato a livello nazionale -0,43%. “Un campanello d’allarme che non va sottovalutato – dichiara Giuseppe Sbalchiero, presidente della Confartigianato veneta – per tre motivi. Il primo, è legato a quanto avvenuto tutt’intorno a noi. Lombardia (-0,02%), Trentino (-0,05%), Friuli (-0,30%) e Piemonte (-0,42%), hanno tutte registrato cali modesti. Siamo una eccezione in tutto il centro-nord e ne vanno capiti i motivi. Secondo, è il drastico calo delle nuove iscrizioni, vera causa del saldo negativo, che apre uno scenario preoccupante sulla voglia (od il coraggio) di fare ancora impresa. Terzo, è il concentrarsi della sofferenza negli ultimi mesi dell’anno –il che prelude ad un difficile 2012”.
Per Sbalchiero “il Veneto ha tenuto in questi anni grazie ai suoi fondamentali etici e culturali. Artigiani, commercianti, piccole imprese si sono comportate da ‘eroi della quotidianità’ salvandoci. Dobbiamo ricominciare a difendere questo nostro modello di sviluppo tornando al primato dell’economia reale e ricondurre la finanza al suo servizio. Per questo morivo – sottolinea il presidente degli artigiani – ci attendiamo molto dalle aperture che l’assessore alle attività produttive, Isi Coppola, ed il Governatore Luca Zaia ci hanno fatto in tema di patto per lo sviluppo. Sul tavolo abbiamo messo la richiesta di riformare dalle fondamenta alcune delle leggi regionali più importanti per l’artigianato (distretti, aggregazioni e reti di impresa, innovazione e ricerca, promozione, credito); incidere efficacemente sulla semplificazione burocratica dando seguito alle proposte pervenute al tavolo ‘Semplifichiamo assieme’, oltre ad individuare alcuni asset di sviluppo condivisi da tutte le forze politiche e sociali della Regione al fine di rilanciare una coesione anche etica”.
Nell’attuale momento di crisi, fondamentale il ruolo della politica come soggetto decisore: “non possiamo però dimenticare – conclude Sbalchiero – il ruolo della politica nazionale in tutto questo. La sfiducia degli ultimi mesi è in gran parte dovuta al provvedimento ‘Salva Italia’. Tocca al Governo dare la scossa per la ripresa. In particolare, mi sento di rivolgere al Presidente del Consiglio, Mario Monti, un accorato appello sui tempi di pagamento. La mancanza di liquidità è il ‘cancro’ che si sta portando via le nostre imprese ed i 5,7 miliardi dedicati a saldare un parte degli arretrati della pubblica amministrazione, previsti nel testo finale del decreto per le liberalizzazioni pubblicato in Gazzetta ufficiale, rischiano di avere la forza di una aspirina, vista la massa dei pagamenti in ritardo grande oltre 10 volte lo stanziamento previsto ora. Va recepita ed attuata subito la direttiva europea che impone tempi certi di pagamento, da 30 ad un massimo di 60 giorni, dal pubblico verso il privato e, soprattutto, tra privati”.
