Valdastico a corrente alternata: Rossi incontra i comitati del “NO”

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A31 Valdastico verso Vicenza Nord
Il governatore: «posizione immutata, ma ascolteremo proposte, SI solo se il saldo sarà positivo per il Trentino». Confartigianato e Lega Nord propongono il raccordo tra A22 e A31 al casello di Rovereto Sud

 

A31 Valdastico verso Vicenza NordValdastico a corrente alternata: dopo la repentina e per molti versi inaspettata apertura da parte della maggioranza di centro sinistra che governa la provincia di Trento sul tema del completamento della Valdastico Nord e il suo raccordo con l’autostrada del Brennero, con il governatore autonomista Ugo Rossi che aveva fatto una notevole apertura di credito al neo ministro alle infrastrutture Graziano Del Rio e al governatore del Veneto Luca Zaia, ieri Rossi ha sostanzialmente frenato e lo ha fatto dinanzi ad una nutrita delegazione dei comitati del NO ricevuti nella sala di rappresentanza del Consiglio provinciale durante la seduta dell’assemblea legislativa.

Rossi ha accolto i comitati con «un ragionamento generale per dire qual è lo stato reale dell’arte, al di là delle numerose voci che si sono susseguite e per ricordare quello che l’amministrazione trentina ha fatto in questi anni e ciò che sta facendo oggi, coerentemente al percorso intrapreso nella legislatura precedente». Secondo Rossi, «quando parliamo di Valdastico si evoca il progetto di una autostrada che intendeva collegare Veneto con Trentino sbucando a Besenello. Rispetto a questa opera la posizione della Provincia autonoma di Trento è sempre stata contraria e così sarà perché è contraria a come intendiamo l’assetto dei trasporti nella nostra regione». Di qui il richiamo al valore strategico degli investimenti che si stanno facendo sulla ferrovia, quale infrastruttura che deve confermarsi asse portante dell’attraversamento del nostro territorio, specie per le merci. «In aggiunta a questo – ha detto Rossi – tale progetto costituisce per il nostro territorio solo un aggravio e non aiuta a risolvere alcuni nostri problemi». 

Rossi ha ricordato che ci sono precisi atti legislativi, a partire dal Piano urbanistico provinciale che non prevede una autostrada, pur intravedendo la possibilità di un corridoio di attraversamento. «È importante poi richiamare – ha aggiunto Rossi – quanto dicono le norme sulle possibilità del Trentino di potersi opporre: le norme di attuazione, che hanno valenza statutaria, ricordano che è necessaria un’intesa. In altri termini, se non c’è garanzia sul potere di veto, è anche vero che non è pensabile ignorare le ragioni del NO: ecco perché serve un tavolo, che lavori per presentare al Governo una possibile sintesi. Si tratta del resto dello stesso approccio che abbiamo sempre adottato e che non ci ha mai impedito di formalizzare la nostra contrarietà ogni volta che si è cercato di scavalcare la nostra posizione».

Cosa è cambiato recentemente? «Governo e Regione Veneto hanno deciso di imboccare un percorso rispetto al quale non possiamo sottrarci e che ci invita a sederci a un tavolo, ma anche in quella sede continueremo a dire che siamo contrari al progetto, pur disponibili a valutare proposte diverse se queste ci verranno fatte». È in questo quadro dunque che il Trentino peserà altri fattori che in parte già esistono e rappresentano un problema. «Ce ne sono almeno due – ha sintetizzato Rossi -: il traffico attorno al lago di Caldonazzo e poi gli investimenti che il Veneto sta pensando di fare nella Bassa Valsugana e che promettono di portare nuovo traffico che alla fine sfocerà su Trento. È ovvio che se ci verranno fatte proposte diverse, noi diremo che deve esserci un saldo positivo per noi. Vale a dire, soluzioni per i problemi che ho citato con tutti gli annessi relativi alle ricadute, fermo restando che in caso di una nuova opera autostradale dovremo attivare una procedura di VIA e addirittura modificare il nostro piano urbanistico, seguendo una procedura che garantisce massima partecipazione di tutte le parti. In sostanza – ha concluso Rossi – dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti necessari per impedire che la cosa possa venirci imposta».

Se Rossi tentenna cercando di tenere unita una maggioranza dove il PD rimarca la sua contrarietà al completamento di un’autostrada che avrebbe solo benefici per il Trentino, da parte di Confartigianato e della Lega Nord locale si rilancia sull’opportunità di prevedere il raccordo A31 con A22 all’altezza del casello di Rovereto Sud, in un’area che oggi soffre della crisi industriale e che sarebbe idonea per una realtà di questo genere, che potrebbe anche avere benefici influssi sullo sviluppo dell’intermodalità e della logistica. Non solo: si potrebbe legare al raccordo A31-A22 a Rovereto Sud anche la prosecuzione dell’attuale variante realizzata da Autobrennero per realizzare quel potenziamento stradale verso il Garda che la Provincia tarda a realizzare a causa della mancanza di adeguate risorse finanziarie. Per il Garda ciò costituirebbe un indubitabile boccata d’ossigeno, evitando le odierne lunghe colonne da e per il Garda lungo i 25 chilometri dell’attuale vecchia statale, sia per il turismo che per l’area industriale dell’Alto Garda.