Friuli Venezia Giulia, valorizzare il patrimonio delle fortificazioni belliche

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Fortificazioni
Torrenti: «fanno parte della storia della nostra regione». Sul territorio esistenti 480 opere catalogate

 

Fortificazioni«La Regione riconosce l’importanza, anche economica, della conservazione e valorizzazione dei castelli, un patrimonio che fa parte della storia e del nostro sistema regionale. E’ volontà della Giunta regionale tenere in debito conto il suo valore culturale, paesaggistico, ambientale e la capacità di attrattività turistica» ha sottolineato l’assessore alla cultura del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti, illustrando anche le linee della prossima riforma della legge 10/2000 per la tutela, conservazione e valorizzazione dell’architettura fortificata del Friuli Venezia Giulia in occasione del convegno organizzato dal Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici.

Organizzato al castello di Colloredo di Monte Albano e ospitato dal Consorzio Comunità collinare, il convegno ha tracciato un approfondimento sul tema de “Le leggi regionali sul restauro dei beni immobili di interesse storico, artistico e fortificato: verso una nuova legge sui beni culturali” e si è inserito nell’ambito di un ciclo organico di manifestazioni organizzate dal Consorzio per la salvaguardia dei castelli, ente nato nel 1968 e dotato di personalità giuridica, che raccoglie istituzioni e privati, proprietari e possessori di opere fortificate, per una comune azione di conservazione e tutela, valorizzazione e rianimazione nell’interesse della collettività. L’elenco ufficiale del Consorzio ha censito in regione 480 opere fortificate, tra castellieri, castelli, case fortificate, fortezze e forti, abbazie, monasteri o chiese, palazzi, torri, mura e resti di fondazioni conservati o allo stato di rudere. La maggior parte sono collocate in provincia di Udine (il 60%).

In merito alla riforma della normativa, Torrenti ha spiegato che a fronte dell’attuale impossibilità di assumere impegni pluriennali, l’Amministrazione regionale è chiamata a cambiare la natura degli interventi così come erano stati delineati dalla legge 10/2000, «una legge buona, ma sulla quale siamo costretti a intervenire in modo drastico».

«Dobbiamo risolvere il problema degli indirizzi pluriennali, lavorando a modalità e strumenti innovativi per potere continuare a investire sui beni. Per risolvere il problema delle emergenze siamo orientati a prevedere un fondo per mettere in sicurezza quelle parti a rischio di maggiore danno in caso non fosse previsto un tempestivo intervento», ha garantito Torrenti.

Nel corso della sua relazione conclusiva, l’assessore ha tracciato il quadro della nuova legge sui beni culturali, ha trattato il tema dei rapporti tra Stato e Regione e la questione delle competenze, anche alla luce del nuovo decreto “Franceschini”, ha delineato gli obiettivi che la Regione si è posta sul tema del turismo e dell’attrattività da gestire in ottica di rete da attivare su tutto il territorio sfruttando le nuove e più attuali modalità di fruizione turistica. Infine, ha dedicato un approfondimento al tema della “fuga dei cervelli e delle competenze”, anche nel settore dei beni culturali. «Abbiamo intenzione di attivare borse di studio per laureati nelle materie della promozione dei beni culturali e bandi per poi mettere a frutto le loro competenze nel patrimonio pubblico e provato del Friuli Venezia Giulia».

Moderato dal presidente del Consorzio per la salvaguardia dei castelli, Sergio Gelmi di Caporiacco, e aperto dai saluti del presidente della Comunità collinare Giambattista Turridano e dal presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, al convegno sono intervenuti Ernesto Liesch, segretario del Consorzio (legislazione regionale); Claudio Barberi, del segretariato regionale Mibact (ministero dei Beni e delle Attività culturali); Aldo Daici, sindaco di Artegna (esperienza del restauro del castello di Artegna) e Roberto Raccanello, architetto e consigliere delegato al restauro del Consorzio (illustrazione di numerosi esempi di restauri effettuati con contributi regionali).

Nel portare il suo saluto, il sindaco di Colloredo di Monte Albano, Luca Ovan, ha richiamato l’attenzione della Regione e del ministero sull’auspicata conclusione della ricostruzione del castello. «La ricostruzione della parte Est è felicemente avviata ma – ha osservato Ovan – due grandi sfide ci attendono per poterla registrare domani come un’operazione di successo al pari del castello di Artegna: la prima è il reperimento dei fondi mancanti per il completamento del II lotto dei lavori e la seconda è l’avvio immediato del cantiere per costruire il percorso di un intelligente e economicamente sostenibile utilizzo degli spazi a destinazione pubblica, una volta compiuta la ricostruzione».