Immigrazione, per il Veneto i luoghi individuati per l’accoglienza degli immigrati non sono a norma

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immigrazione veneto controlli poliziaZaia: «la caserma Salsa è priva dei requisiti minimi igienico sanitari. Ho chiesto al prefetto Cuttaia un vertice»

Ancora una volta, il Governo Renzi distribuisce gli immigrati che stanno arrivando in Italia in modo indiscriminato senza avere contezza di quello che il territorio offre. In Veneto, la Caserma Tommaso Salsa di Treviso, dove si stanno ospitando immigrati extracomunitari, non è in possesso delle caratteristiche minime igienico sanitarie per essere utilizzata e “non rispetta gli standard regionali di accoglienza previsti”. Questo l’esito di una delle ispezioni disposte dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ed effettuata dai tecnici e dai sanitari del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9.

«Quella struttura – dice Zaia – è risultata insalubre e priva di molti dei requisiti minimi richiesti. Quanto prima invieremo la relativa documentazione al sindaco di Treviso, nella sua veste di autorità sanitaria locale».

Per Zaia “è dall’agosto 2014 che sosteniamo che le caserme dismesse sono assolutamente inadatte a questo utilizzo. Ne avevamo verificate già cinque, ipotizzate allora dal Governo e tutte erano risultate vere e proprie discariche a cielo aperto. Nel caso della Salsa sono risultati mancanti molti degli gli standard igienico sanitari previsti dal protocollo operativo per il controllo delle malattie infettive e la profilassi immunitaria in relazione all’afflusso di immigrati entrato in vigore in Veneto il 2 ottobre 2014».

Tra i requisiti minimi indicati dal Protocollo ci sono: la disponibilità di camere e posti letto con misure di 8 metri quadri per un letto e 14 metri quadri per 2 letti; la presenza di un WC ogni 8 letti, di un lavabo ogni 6 letti, di una doccia ogni 12 letti; di un refettorio con una disponibilità minima di 1,5 metri quadri per persona. I sanitari dell’Ulss 9, sulla base di questo Protocollo, hanno eseguito e stanno eseguendo le visite mediche previste ad ognuno degli immigrati presenti.

Zaia ha infine raccomandato al direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan di mantenere “altissima” la vigilanza sulle malattie infettive nel corso delle visite alle quali i profughi vengono obbligatoriamente sottoposti, in particolare su alcune patologie, da tempo debellate in Veneto, come tubercolosi, poliomielite, scabbia, sottoponendo a immunoprofilassi tutte le persone immigrate.

Con una lettera al Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, Zaia ha chiesto formalmente, «in relazione allo straordinario afflusso di cittadini stranieri» la convocazione di «un vertice urgente per fare il punto della situazione a livello regionale sullo stato d’accoglienza degli immigrati e sui reali livelli di presenza in ambito territoriale». Nella missiva, il Governatore scrive tra l’altro, «ribadendo la mia ferma e totale contrarietà ai modi e ai tempi di gestione di tale emergenza sia a livello nazionale che a livello locale, urge comunque avere esatta contezza di quanto sta accadendo sul territorio dell’intera Regione, con riferimento agli immigrati già accolti dalle varie comunità locali, dagli operatori del privato sociale o da singoli cittadini, e con riferimento anche a quelli che in queste ore si sta programmando di allocare secondo modalità non del tutto convenzionali e sui quali occorre fare chiarezza, a causa dei numeri assunti da fenomeno migratorio che è in atto».