“Esterovestizione” contestata dalla Guardia di finanza a molte aziende italiane delocalizzate, soluzione vicina

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Sergio Divina
Sergio DivinaDivina: “il Governo ha ben presente la questione e pensa d’intervenire nel ‘Milleproroghe’”

Complice il differenziale dei prezzi, del costo del lavoro e della pressione fiscale, molte aziende del NordEst, attive specie nel settore dell’autotrasporto, da anni hanno delocalizzato nei paesi dell’Est europeo (Slovacchia, Ungheria, Romania, Polonia) per potere competere ad armi pari nei confronti dei concorrenti provenienti proprio dai paesi neo comunitari che, soprattutto nel campo dell’autotrasporto, possono svolgere servizi anche sul suolo italiano. Peccato che l’aver aperto filiali all’estero, cui i titolari italiani dalle proprie aziende stabilite fiscalmente in Italia mandavano istruzioni su come operare tramite posta elettronica o fax, sia stato ritenuto dal Fisco un reato, quello di esterovestizione per evadere il Fisco italiano, con il risultato di sottoporre ad indagine numerosi imprenditori, sul cui capo pende il rischio di dover pagare pesantissime multe non dovute. Per molti imprenditori, l’alternativa è tra il fallimento o pagare importi indebiti esorbitanti la loro capacità finanziaria. Nel solo Trentino sono circa 40 le aziende cui è già stato notificato un accertamento esecutivo.
Per cercare una soluzione a questa faccenda tipicamente italiana è intervenuto il senatore Sergio Divina (Ln) che si è incontrato con il direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e trasporti, Finocchi, e con il capo della segreteria del Ministro Passera, D’Ambrosio, che hanno assicurato al parlamentare la dovuta attenzione sul caso, già ben noto allo stesso ministro Passera che ha capito i rischi che corrono centinaia di imprese italiane se l’interpretazione addotta dal Fisco e dalla Guardia di finanza fosse confermata. Passera ha dato mandato ai suoi tecnici di coinvolgere gli uffici del Ministero delle finanze per affrontare congiuntamente la materia che interessa entrambe le strutture, per dare una rapida risposta, magari già all’interno del procedimento di conversione del decreto “Milleproroghe” in discussione alla Camera dei Deputati. “Mi sono permesso di suggerire anche la necessità di sospendere da subito l’esecutività degli accertamenti già notificati a 40 imprenditori trentini incappati nei controlli della Guardia di finanza che, altrimenti, sarebbero costretti a pagare rapidamente importi indebiti, compromettendo l’attività dell’azienda e decine di posti di lavoro senza alcuna colpa degli imprenditori, se non quella di cercare di lottare ad armi pari con la concorrenza europea” dice il sen. Divina che riflette anche sulle condizioni che hanno portato a questa situazione: “se in Italia ci fosse un’effettiva competitività, se il Governo mettesse le imprese italiane nelle condizioni di competere ad armi pari con la concorrenza europea, tutto ciò non sarebbe accaduto e le imprese italiane non sarebbero state costrette a delocalizzare per cercare di mantenere la loro competitività. Il Governo Monti cerca di rendere più competitivo il Paese, ma mi sembra che con i provvedimenti fin qui presi si sia andati giusto nella direzione opposta, come del resto testimoniano, nel campo dell’autotrasporto, il blocco dei tir, dove tanti, troppi imprenditori sono esasperati per gli improvvisi ed esorbitanti aumenti del costo del carburante, delle autostrade e delle assicurazione decisi proprio dal Governo Monti”.