Bolzano, incontro al vertice tra il ministro bavarese Emilia Müller e Arno Kompatscher

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pab da sx assessora tirolese Christine Baur la ministra bavarese Emilia Müller l assessora20Martha20Stocker
 pab da sx assessora tirolese Christine Baur la ministra bavarese Emilia Müller l assessora20Martha20StockerInclusione, integrazione, emergenza profughi, pari opportunità, mercato del lavoro al centro degli incontri altoatesini

L’emergenza profughi, ma anche la collaborazione nell’ambito della piattaforma “Arge Alp” e della marcoregione alpina: questi i punti affrontati dal presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher e dal ministro bavarese Emilia Müller.

«Alto Adige e Baviera – ha sottolineato Kompatscher – vogliono rafforzare la propria collaborazione su temi come l’ambiente, l’energia o il traffico, ma l’attualità è rappresentata dai profughi. Si tratta di un argomento estremamente delicato, che potrà essere gestito e risolto solo con una strategia di respiro europeo in grado di muoversi oltre i confini regionali e nazionali. L’Europa è chiamata ad assumere finalmente una posizione comune sulla politica estera e sulla sicurezza». Un pensiero, quello di Kompatscher, interamente sposato dalla Müller, la quale ha ribadito la «necessità che l’emergenza profughi venga affrontata a livello europeo».

La Müller, che nel governo della Baviera si occupa di lavoro, sociale, famiglia e integrazione, accompagnata dagli assessori Philipp Achammer e Martha Stocker, ha poi visitato la scuola elementare in lingua tedesca “Goethe” di Bolzano. Durante l’incontro, al quale hanno partecipato l’Intendente scolastico Peter Höllrigl, il coordinatore del Centro per l’inclusione e la promozione della salute Franz Lemayr e la dirigente scolastica Angelika Ebner Kollmann, sono stati presentati i diversi modelli di integrazione e inclusione attivi in Alto Adige. «Diamo grande spazio al sostegno individuale dei bambini che partono da situazioni di oggettivo svantaggio – ha spiegato l’assessore Achammer – e la grande sfida del futuro è quella di accompagnarli in maniera mirata verso il difficile percorso che li porterà dal mondo della scuola a quello del lavoro».

Con l’assessora Martha Stocker, la presidente della Commissione pari opportunità Ulrike Oberhammer e la Consiglierà di parità Michela Morandini, la Müller ha invece affrontato il tema della presenza delle donne nella politica e nell’economia. «L’introduzione delle quote rosa – ha spiegato la Stocker – è quantomai necessaria, e rappresenta la soluzione più semplice e immediata al problema di sottorappresentazione femminile». La Müller ha infine avuto un colloquio con il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn, e assieme all’assessora Stocker è stato deciso di organizzare entro la fine di settembre un convegno sulla situazione del mercato del lavoro in Baviera e in Alto Adige.

La visita della Müller si è poi estesa al confine del Brennero, dove assieme all’assessore altoatesina Martha Stocker e alla sua collega tirolese, Christine Baur, hanno visitato la struttura di “Bagni di Zolfo” adibita all’accoglienza dei profughi. Nel corso della conferenza stampa, le tre responsabili politiche hanno illustrato la situazione dei profughi nelle rispettive regioni, le iniziative che sono state adottate ponendo l’accento sulla responsabilità dell’Unione Europea ed i particolare sull’attuale regolamentazione riguardante le quote di profughi attribuite ai singoli Stati.

Stocker ha sottolineato che «La Baviera, il Tirolo e l’Alto Adige per la loro dislocazione lungo l’asse Nord-Sud sono coinvolte in egual misura nella problematica relativa ai profughi» ed ha affermato che la regolamentazione europea delle quote rappresenta una questione di solidarietà che coinvolge tutta l’Europa. Il principale onere per l’Alto Adige è attualmente rappresentato dalla gestione della situazione riguardante i profughi che compiono il viaggio per raggiungere i Paesi del Nord Europa, in particolare nelle stazioni ferroviarie di Bolzano ed al Brennero, mentre la sistemazione dei 472 profughi che hanno chiesto asilo coinvolge un numero di persone molto inferiore rispetto a coloro che richiedono asilo in Baviera e nel Tirolo.

Baur ha sottolineato l’importanza della sfida europea riguardo alle problematiche dell’immigrazione e dei flussi di profughi ed ha quindi illustrato il sistema di assistenza di base ai profughi vigente in Austria «dove attualmente ci sono 40.000 persone richiedenti asilo e circa 2800 sono in Tirolo, abbiamo discusso per oltre un anno in merito alle quote. Contiamo di raggiungere entro l’anno il numero di 4.200 in Tirolo». Baur ha quindi criticato i toni con cui viene trattato il problema dei profughi il cui risultato è quello di dividere, discriminare e di creare apprensione nella popolazione ed ha aggiunto che «ciò deve finire, altrimenti sarà difficile gestire questa sfida». Il Tirolo ha comunque già preso delle misure adeguate per fronteggiare la sospensione del Trattato di Schengen ed i maggiori controlli al confine legati al Vertice del G7 che si svolgerà in Baviera.

Da parte sua, la ministra bavarese Emilia Müller ha sottolineato che a livello mondiale vi sono 50 milioni di profughi ed oltre un milione è in attesa di attraversare il Mar Mediterraneo. Attualmente in Baviera vi sono 60.000 richiedenti asilo ed entro l’anno si prevede che vi saranno ulteriori 70.000 persone che richiederanno asilo. «Si tratta di una sfida a livello europeo che ci coinvolge tutti» ha affermato Müller ed ha quindi illustrato il sistema adottato in Germania per la prima accoglienza, i controlli medici e la suddivisione nei vari Länder, sottolineando come «per la prima accoglienza quest’anno sono stati messi a disposizione nei vari comprensori bavaresi complessivamente 15.000 posti». La ministra ha inoltre illustrato i sistemi e le strategie adottati dai “contrabbandieri” di profughi che trasportano sempre più spesso anche minorenni al di sotto dei 14 anni. La ministra ha quindi chiesto comprensione per i maggiori controlli previsti ai confini nel corso del G7 ed ha ringraziato per le misure adottate allo scopo di limitare i disagi legati a questa particolare situazione.

Nel corso della conferenza stampa il direttore della Caritas Heiner Schweigkofler ha quindi illustrato il ruolo della Caritas che gestisce il centro di Bagni di Zolfo dove sono sistemati 130 profughi.