Si confermano trainanti per l’export regionale i due principali distretti: le piastrelle di Sassuolo (+7,7%) e le macchine per l’imballaggio di Bologna (+5,1%)
Ha chiuso con un incremento del 3,5% l’export dei distretti dell’Emilia Romagna negli ultimi mesi del 2014: si tratta del 19° trimestre di aumento consecutivo. La crescita annuale è stata del 4,2%, secondo una dinamica migliore non solo a quella dei distretti italiani (+3,7%), ma superiore anche all’intero sistema manifatturiero tedesco (+2,6%) e francese (+0,7%), confermando l’elevata competitività sui mercati internazionali delle imprese distrettuali regionali.
Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.
«Nel 2014 le esportazioni dei distretti della regione – commenta Luca Severini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – hanno raggiunto 11,4 miliardi di euro, nuovo massimo storico, posizionando la regione al quarto posto, dopo Lombardia, Veneto e Toscana. Dopo anni sono tornate a crescere a un ritmo più intenso le esportazioni verso i mercati maturi (+5,2%), trainate dalle vendite sul mercato Usa, mentre, seppur in aumento, hanno mostrato una decelerazione verso i nuovi mercati (+2,5%), scontando le difficoltà in Russia, dove l’introduzione delle sanzioni UE a seguito dell’acuirsi della crisi russo-ucraina e la svalutazione del rublo hanno pesato negativamente».
Nel 2014 14 distretti su 20 hanno chiuso in territorio positivo: in crescita il sistema casa (+7,9%), la meccanica ( +4,9%), dove si registra un segno meno solo per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-3,4%), e l’alimentare (+2,2%). Evidenzia un ridimensionamento invece il sistema moda (-1,1%) dopo la già non brillante performance del 2013. Si confermano trainanti per l’export regionale i due principali distretti: le piastrelle di Sassuolo (+7,7%) e le macchine per l’imballaggio di Bologna (+5,1%), che raggiungono rispettivamente 2,8 e 2,5 miliardi di euro. Buone performance anche per due distretti parmensi: l’alimentare (+8,1%) e la “food machinery” (+11,6%). Nel sistema moda, al buon andamento delle calzature di San Mauro Pascoli (+11,8%), si contrappongono invece le difficoltà della maglieria e abbigliamento di Carpi (-4,3%) e dell’abbigliamento di Rimini (-3,5%). Segnali positivi si hanno anche per altri distretti della meccanica: le macchine utensili di Piacenza (+28,9%), le macchine per l’industria ceramica (+5,6% secondo i dati Acimac), le macchine per il legno di Rimini (+9,1%) e i ciclomotori di Bologna (+1,5%). Nell’alimentare, bene il lattiero caseario parmense (+6,2%) e di Reggio Emilia (0,4%), i salumi del modenese (+1,3%) e di Reggio Emilia (+2,6%), mentre registrano un calo l’ortofrutta romagnola (-2,9%) e i salumi di Parma (-0,5%). Cresce l’export dei mobili imbottiti di Forlì (+11,1%), mentre cala quello della calzature di Fusignano-Bagnacavallo (-11,7%).
Segnali positivi emergono anche dall’analisi dei poli tecnologici della regione, che evidenziano nell’intero anno una crescita delle esportazioni superiore al dato nazionale (+3,8% versus +1,1%). Bene il polo Ict di Bologna e Modena (+3,2%) e il biomedicale di Mirandola (+9,7%). Si registra invece un ridimensionamento per il biomedicale di Bologna (-3%).
Il progressivo miglioramento del contesto economico regionale si sta riflettendo lentamente anche sul mercato del lavoro. Sebbene il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni sia ancora su livelli storicamente elevati (passato nei distretti regionali da valori inferiori a 2 milioni di ore nel periodo pre-crisi a un monte ore superiore a 10 milioni negli anni più recenti), si intravedono segnali di inversione del trend. Nel 2014 si è, infatti, osservato un ridimensionamento delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni del 18,6%, sintesi di un calo diffuso tra distretti e per tipologia di cassa.