Jeffrey Tate dirige l’orchestra della Fondazione Fenice
Venerdì 10 aprile 2015 (ore 20.00, turno S; replica sabato 11, 17.00, turno U), il maestro inglese Jeffrey Tate dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice – di cui per molti anni è stato primo direttore ospite – nel nono concerto della stagione sinfonica 2014-2015, interamente dedicato all’ultimo capolavoro sinfonico compiuto di Gustav Mahler, la Sinfonia n. 9 in re maggiore, composta tra il 1909 e il 1910 ed eseguita postuma dai Wiener Philharmoniker diretti da Bruno Walter il 26 giugno 1912.
I due concerti si terranno nella Sala Grande del Teatro La Fenice e quello del 10 aprile sarà preceduto alle 19.20 nelle Sale Apollinee da un approfondimento del programma musicale a cura del musicologo Roberto Mori, a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Ultima delle sinfonie compiute di Gustav Mahler, la Sinfonia n. 9 in re minore rappresenta una sorta di testimonianza riassuntiva in cui Mahler ripropone in modo introspettivo le tappe del suo percorso sinfonico. Ritroviamo così nel corso dei movimenti reminiscenze delle sinfonie «austriache» (dalla Prima alla Quarta, legate al patrimonio popolare della civiltà contadina) e di quelle «viennesi» (dalla Quinta alla Settima, collegate ai ritmi della cultura urbana), oltre a un rimando esplicito, nell’Andante comodo d’apertura, a Das Lied von der Erde (Il canto della terra), l’ultimo lavoro completato da Mahler, già stanco e malato, prima di iniziare la composizione della Nona. Non per niente Alban Berg associa la Nona a una definizione lapidaria: «la morte in persona», e Hans Redlich ha definito Das Lied, la Nona Sinfonia e i frammenti incompiuti della Decima «la trilogia della morte». L’architettura sinfonica tradizionale, suggerita dalla suddivisione in quattro movimenti, viene negata dal fatto che questi non sono disposti secondo la successione canonica e sono concepiti in tonalità del tutto diverse: i due movimenti lenti, rispettivamente un Andante comodo in re maggiore e un Adagio in re bemolle maggiore, incorniciano due movimenti rapidi, un Ländler in do maggiore e un Rondo-Burleske in la minore, contrapponendo il loro lirismo luttuoso e pieno di pathos al tono ironico e dissacratorio dei due movimenti centrali. Mahler, che nell’estate 1907 aveva ricevuto la diagnosi di un’inoperabile disfunzione cardiaca, cominciò a lavorare alla Nona nel giugno 1909 nella quiete della residenza estiva di Dobbiaco. La stesura, febbrilmente rapida, fu portata a termine nel marzo 1910 a New York. La prima esecuzione, postuma (Mahler era scomparso il 18 maggio 1911), fu diretta da Bruno Walter a Vienna il 26 giugno 1912.