“Romanticismo tra guerra e pace”: alto gradimento per i concerti del Bru Zane

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concerti al bru zane
concerti al bru zaneLa sesta stagione del Centre de musique romantique française di Venezia
di Giovanni Greto

Continua a riempirsi di appassionati di musica da camera, il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française – giunto alla sua sesta stagione. Proseguendo nella missione di riscoperta di opere e compositori dimenticati dalla storia della musica, ha ospitato il festival “Romanticismo tra guerra e pace”.

Nell’accogliente sala da concerto, il duo Contraste – Cyrille Dubois, tenore e Tristan Raes, pianoforte – ha eseguito un repertorio di mélodies “Clariéres dans le ciel”, dalla scrittura sospesa, di autori particolarmente colpiti dalla drammaticità della prima guerra mondiale: Guy Ropartz, Pierre Vellones, Jacques de La Presle, Louis Vierne, Lili Boulanger.

Accompagnamenti ridotti all’essenziale, tessitura pianistica vibrante, declamazione sciolta e naturale, complessità e raffinatezza armoniche, hanno impressionato la platea, rapita dalla bravura e dall’afflato di due giovani musicisti che stanno preparando per le edizioni Hortus la loro prima incisione, dedicata ai musicisti della Grande Guerra, con il sostegno del palazzetto Bru Zane.

Il concerto del quartetto d’archi “Quatuor Modigliani” con il pianista Jean-Fredederic Neuburger, ha visto nuovamente protagonista il compositore Louis Vierne (1870-1937), autore di uno struggente “Quintetto per pianoforte e archi in do minore op.42”, quale omaggio al figlio caduto in combattimento a soli 17 anni l’11 novembre 1917. Si tratta di un’opera grandiosa, indiscusso capolavoro della musica da camera francese, che lascia profondamente commossi, eseguita con una forte partecipazione emotiva dall’ensemble. La serata si era aperta con il “Quartetto con pianoforte n.1, op.15” di Gabriel Faurè (1845-1924), dedicato dall’autore al violinista belga Hubert Leonard che gli è stato prodigo di consigli, per un genere musicale, allora, poco frequentato in Francia.

Inserito nella sezione “Concerti fuori festival”, il Bru Zane ha invitato il prestigioso Trio di Parma, costituitosi nel 1990 e formato da Ivan Rabaglia al violino, Enrico Bronzi al violoncello e Alberto Miodini al pianoforte. In programma il primo lavoro da camera di un giovane Claude Debussy (1862-1918), il “Trio in sol maggiore per violino, violoncello e pianoforte” (1880), rimasto inedito fino al 1986. Sonorità impeccabili, perizia tecnica, gestualità accentuate, indotte forse dalla scrittura, hanno riscosso insistiti applausi. A seguire, il “Trio per pianoforte, violino e violoncello in sol minore, op.30” di Charles-Valentin Alkan (1813-1888), suddiviso in 4 movimenti. Partito con un breve “Assez largement”, basato su di un tema ritmico e vigoroso, al quale si contrappone una melodia cantabile, il lavoro si conclude con “Vite”, nel quale la melodia danzante degli archi si sovrappone al turbinìo virtuosistico del pianoforte. L’ultimo brano, il “Trio in mi minore, per violino, violoncello e pianoforte, op.92, n. 2” di Camille Saint-Saens (1835-1921), fu iniziato ad Algeri nel marzo 1892 e ultimato a Ginevra nel luglio successivo. Particolarmente entusiasmante risulta il finale rapsodico, così descritto dal compositore Charles Lecocq: «di fattura meravigliosa e senza averne l’aria, giacchè tutto si sviluppa con tale naturalezza che si direbbe un’improvvisazione». Applausi scroscianti premiati da un bis, hanno preceduto un incontro conviviale con domande e scambi di opinioni tra il pubblico e i musicisti accanto a calici di prosecco, concludendo felicemente un intenso pomeriggio musicale.