Trento come Bolzano: il logico “NO” a Voltago

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logo belluno autonoma leggera
logo belluno autonoma leggeraIl Bard critica chi a parole si dichiara a favore dell’autonomia, salvo poi negarla a chi la chiede

A pochi giorni dal parere negativo del Consiglio provinciale di Bolzano, anche quello di Trento si è espresso in modo analogo relativamente all’annessione del comune di Voltago Agordino al Trentino Alto Adige-Südtirol. La decisione è criticata in una nota diffusa dal bard, il movimento che chiede l’autonomia per la provincia di Belluno. «Ce lo aspettavamo e se lo aspettava il comitato referendario di Voltago. Pur trattandosi di pareri non vincolanti, essi si rifanno ai dettami dei due statuti di autonomia delle rispettive province autonome, che blindano i confini territoriali – sottolinea il Bard -. Solo una prossima revisione costituzionale di detti statuti potrà semmai prevedere un eventuale allargamento dei confini. Processi lunghi!»

Il bard allarga la sua riflessione ai referendum votati anche da altri comuni del Bellunese volti ad abbandonare il Veneto a favore del Trentino Alto Adige o del Friuli Venezia Giulia: «tutti i referendum di separazione/annessione vinti o tentati, da Lamon in poi, compreso la richiesta d’indizione del referendum provinciale supportato da circa 19.000 firme di cittadini bellunesi hanno rivendicato in maniera democratica, legale e pacifica pari dignità per la montagna ed il diritto all’autonomia di questi territori in quanto palesemente diversi e con problematiche specifiche non paragonabili ad altri territori di pianura urbanizzati. Tutto inutile? NO! Non facciamo finta di non sapere che i fondi Brancher sono frutto dei referendum della prim’ora. Lo sono!Sta a noi proseguire sul solco tracciato sapendo vedere e cogliere piccole o grandi opportunità quotidiane. Ricordiamo che solo nella nostra Provincia e in nessun’altra parte d’Italia, si sono svolti ben 18 referendum comunali di separazione/annessione e che solo noi Bellunesi siamo stati capaci di tentare addirittura un referendum provinciale dichiarato illegittimo dall’Ufficio Centrale per il Referendum con ordinanza emessa il 31.03.2011. La lettura politica è chiara, perché continuare ad ignorarla da parte di troppi?»

Secondo il Bard «c’è la manifesta consapevolezza che dove l’autonomia è riconosciuta ed applicata, la montagna non muore, continua a vivere e a progredire. Sono questi i modelli funzionanti su territori del tutto simili ed omogenei al nostro ai quali guardiamo. Nel rispetto delle diversità linguistiche e storiche».

Nonostante il mancato successo dei vari referendum intentati, per il Bard il successo politico è di tutto rispetto: «è stata un’azione forte verso il  Governo centrale e verso la Regione Veneto per ottenere l’indispensabile autonomia del nostro territorio e l’applicazione di quanto previsto all’art. 15 dello Statuto regionale del Veneto, peraltro ancora disatteso. I referendum hanno voluto essere una spinta dal basso affinché amministrazioni, istituzioni, associazioni di categoria, rappresentanze sindacali e politiche bellunesi si adoperassero a 360 gradi ed unitariamente per ottenere quanto rivendicato, attivando contemporaneamente maggiori collaborazioni con i nostri confinanti di Trento e Bolzano, con cui di certo si potrebbero sviluppare ottimi progetti su turismo, viabilità, sanità, istruzione.Questo è l’ideale per cui i nostri concittadini bellunesi hanno dato fiducia aicomitati referendari composti da tanti giovani cheil Movimento BARD continuerà a sostenere».