Friuli Venezia Giulia, il Consiglio regionale approva la riforma dei vitalizi degli ex consiglieri

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FVG nuovo consiglio regionale
FVG nuovo consiglio regionaleApprovata quasi all’unanimità, la norma incide sugli importi dei trattamenti e il relativo godimento

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha il progetto di legge in materia di vitalizi: tutti favorevoli (33 sì) meno i quattro consiglieri del MoVimento 5 Stelle, che si sono astenuti. Nessun contrario. Il provvedimento tiene conto del fatto che dalla legislatura in corso questo istituto è stato cancellato e quindi le disposizioni in esso contenute riguardano gli assegni vitalizi il cui diritto è nato prima del 2013.

Nei 13 articoli si prevede, tra l’altro, che l’assegno vitalizio spetti ai consiglieri e agli assessori regionali cessati dai mandati e dalla carica che abbiano compiuto 65 anni e abbiano versato i contributi per almeno 5 anni. La sua corresponsione potrà essere anticipata a 60 anni, ma in questo caso con una penalizzazione del 2,5% per ogni anno del quinquennio.

È inoltre prevista la riduzione temporanea dell’assegno vitalizio, fino al 30 giugno 2018, con percentuali per scaglioni di importo e in misura progressiva: 6% sino a 2.000 euro; 9% da 2.000 a 4.000 euro; 12% da 4.000 a 6.000 euro; 15% da oltre 6.000 euro; in presenza di cumuli, quando cioè al godimento di un vitalizio regionale si affianca quello erogato dal Parlamento europeo o nazionale o da altro Consiglio regionale, le percentuali aumenteranno, a parità di scaglioni, al 9%, 13,5%, 18% e 22,5%; le riduzioni non si applicheranno per assegni inferiori a 1.500 euro mensili lordi. È prevista l’opzione, tra assegno vitalizio e altro emolumento, nel caso in cui il beneficiario diventi presidente, vice o amministratore delegato di determinati enti o società comunque rifacenti alla Regione. Per la reversibilità, eredi saranno i coniugi ma non più anche i conviventi, e i figli sino al 18° anno di età e non sino al 26°. Certo, si poteva fare di più, specie per gli importi più elevati e in presenza del godimento contemporaneo anche di altri redditi da lavoro o da pensione ordinaria (cosa che non è trattata dalla nuova norma), ma emerge chiaramente come sia mancato il coraggio di incidere sul pregresso.

Tutti respinti (meno due) gli emendamenti che il MoVimento 5 Stelle aveva presentato per riscrivere la legge, illustrati dal relatore di minoranza Elena Bianchi, che intendevamo cancellare quello che viene definito un privilegio che non trova riscontro rispetto a ogni altro sistema pensionistico. Ci vogliono parametri di equità o è solo una presa in giro: questa la convinzione sulla quale si basava la proposta di legge pentastellata. I due emendamenti M5S accolti stabiliscono la sospensione dell’erogazione dell’assegno vitalizio per chi viene nominato assessore regionale o membro del Governo nazionale nel periodo in cui ricopre l’incarico.

In coda al provvedimento è stato approvato un emendamento della Giunta che riguarda i collaboratori dei Gruppi assunti a tempo pieno con contratto a tempo determinato: d’ora in poi non potranno più svolgere un altro lavoro. Si tratta – questa la ratio di quella che viene definita clausola di esclusività – di persone pagate con soldi pubblici e quindi anche per loro devono valere le regole di tutti i dipendenti della Regione, regole che non ammettono deroghe.