Drosophila Suzukii, seminario di aggiornamento alla Fondazione Mach

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drosophilasuzukii maschio a sx puntini ali femmina dx ovaie 1L’insetto non gradisce l’uva, ma nel 2014 ha accentuato il marciume acido sulla varietà Schiava

Il 2014 è stata un’annata da dimenticare per la viticoltura a causa di diverse problematiche legate all’andamento climatico. Tra queste il marciume acido, malattia causata da lieviti e batteri presenti sulla buccia che attaccano gli acini, qualora lesionati. Dalle prove effettuate dagli esperti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento) il marciume è risultato accentuato dallo sviluppo della Drosophila Suzukii, ma solo in determinate condizioni climatiche, con elevate popolazioni come lo scorso anno, e per certe varietà, come la Schiava, che presenta una buccia sottile, facilmente penetrabile.

Claudio Ioriatti ha messo in luce aspetti di ricerca già illustrati in occasione di precedenti incontri: i ricercatori FEM hanno da tempo da un lato, individuato un valore di durezza della buccia che può essere usato quale soglia di allerta, e dall’altro studiato la biologia dell’insetto mettendo in evidenza quanto l’uva sia un ospite poco gradito dal dittero: il ciclo di sviluppo sull’uva è infatti 4 giorni più lungo rispetto allo sviluppo su lampone e inoltre meno del 10% delle uova riescono a completare lo sviluppo e dare luogo ad adulti. Inoltre sono stati individuati in vigneto due specie di imenotteri in grado di parassitizzare larve e pupe di Drosophila Suzukii.

Franca Ghidoni ha spiegato che il marciume acido è una malattia della vite che attacca il grappolo ed è causato da lieviti e batteri presenti sulla buccia che in presenza di lesioni fermentano il mosto che può dunque fuoriuscire dall’acino. Gli acini colpiti cambiano colore e si riscontra un forte odore di aceto. Inoltre, la presenza di vettori di lieviti e batteri come la Drosophila melanogaster e la Drosophila Suzukii in particolari contesti. La difesa da questa malattia è solo indiretta: applicare tutte le pratiche che portano ad un migliore microclima e che favoriscono una riduzione della compattezza dei grappoli. Nel 2014, in Trentino sono state riscontrate incidenze della malattia elevate nelle zone e sulle varietà bianche più precoci e, in alcune zone di coltivazione, anche su Schiava e Lagrein.

Alberto Grassi ha spiegato che il 2014 sarà annoverato dai produttori di ciliegio e piccoli frutti del Trentino tra gli anni di maggiore infestazione da parte di Drosophila Suzukii. Nel momento di massima presenza degli adulti, a fine estate, i livelli di cattura sono stati circa 7-8 volte superiori rispetto alla stagione precedente. È evidente quindi che proprio in corrispondenza della maturazione e della vendemmia, anche l’uva da vino (ospite certamente non elettivo, ma sfruttato dall’insetto per le ultime ovodeposizioni a fine stagione) è stata soggetta ad una notevole pressione demografica, generando non poche preoccupazioni tra i produttori locali.

Contro la Drosophila Suzukii, l’insetto che depone le uova su ciliegio, albicocco, fragola e piccoli frutti, la Fondazione Mach prosegue ininterrottamente le attività di ricerca e sperimentazione, facendo rete con altri importanti istituti di ricerca, quali Oregon State University, North Carolina State University, University of California Davis e University of California Berkeley.

L’annata 2014, a causa delle condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo di questo parassita, ha presentato un attacco particolarmente massiccio. Al momento lo strumento di contenimento più efficace, raccomandato dai tecnici, sono le reti anti-insetto, risultato di tre anni di sperimentazione presso il Centro di Vigalzano, accanto al posizionamento delle trappole a base di aceto di mela, vino rosso e zucchero per la cattura massale, trattamenti con gli insetticidi consentiti. Le reti riducono al minimo il danno da parte della Drosofila Suzukii, in quanto costituiscono una barriera attorno alla coltivazione che impedisce l’entrata di questo insetto.

Sul fronte ricerca si prosegue su tre direttrici: la messa a punto di un nuovo modello di previsione di crescita della popolazione, di un nuovo attrattivo per le trappole e l’identificazione di insetti che possono aiutare a gestire la Drosophila.