La Guardia di Finanza di Udine sequestra 17.400 articoli di provenienza estera di dubbia origine
La Guardia di Finanza di Udine ha sequestrato 17.400 articoli, prodotti per l’igiene e materiale elettrico di provenienza estera, tra cui 1.200 catene luminose natalizie di varia foggia e dimensione, nell’ambito di un piano di controllo sulla sicurezza dei prodotti predisposto dal Comando provinciale in occasione dell’approssimarsi delle festività natalizie.
I prodotti, destinati alla vendita, di verosimile produzione estera, sono risultati sprovvisti di regolare marcatura CE, delle prescritte informazioni per il consumatore, dei dati identificativi del produttore e del responsabile dell’immissione in commercio all’interno della Comunità Economica Europea, della composizione dei materiali costituenti e delle informazioni d’uso in lingua italiana. Il materiale è stato sequestrato presso tre punti vendita gestiti da cittadini extracomunitari. Ai responsabili sono state contestate sanzioni penali e amministrative.
La messa in commercio dei dispositivi elettrici, il cui utilizzo è altamente pericoloso, integra le ipotesi di reato previste per la frode in commercio e la violazione del Codice del consumo. Per gli altri 16.200 oggetti sono previste invece sanzioni amministrative. Sono tuttora in corso attività investigative finalizzate a tracciare la filiera produttiva della merce sequestrata e ad appurare eventuali ulteriori responsabilità di natura penale.
Per il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Udine, col. Stefano Commentucci, «questi articoli destinati alla vendita possono palesare criticità in ordine all’impiego di materiali che non rispondono ai requisiti di sicurezza imposti in ambito comunitario e comunque sono commercializzati senza che sia possibile risalire con esattezza da chi e come sono stati prodotti, con correlato, ben intuibile pregiudizio ai consumatori. Il piano dei controlli è stato concepito inoltre a tutela del libero mercato, perché la vendita di prodotti transitati per canali alternativi e privi delle garanzie che la normativa impone potrebbe comportare una concorrenza sleale nei confronti della maggioranza dei commercianti che rispettano le leggi dello Stato in materia».