Trivellazioni in Adriatico: no deciso della regione del Veneto e di Confturismo

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petrolio piattaforma petrolifera 1Zaia: «se Renzi non ha avuto coraggio con la Merkel, almeno alzi la voce con la Croazia»

Il decreto “Sblocca Italia” appena convertito in legge dal Parlamento contiene luci ed ombre. Se da un lato sblocca opere infrastrutturali attese da anni dal paese, dall’altro apre anche alla possibilità di nuove trivellazioni nel sottosuolo e in mare aperto alla ricerca di idrocarburi.

La cosa non è passata inosservata, specie in Alto Adriatico che già nel passato recente, a seguito dell’estrazione del gas metano, aveva dovuto subire gli effetti indesiderati e nocivi della subsidenza, ovvero del terreno che si abbassava di qualche decina di centimetri favorendo l’entrata dell’acqua di mare nell’entro terra. E l’allarme è ora ancora più grave dopo l’annuncio della Croazia che vuole attivare una massiccia campagna di prospezione e estrazione degli idrocarburi nascosti sotto la parte del fondale adriatico di sua competenza.

Immediata la presa di posizione del governatore della regione del Veneto, Luca Zaia: «lo “Sblocca Italia” apre alle trivellazioni in Adriatico? A chi dice che decidano le Regioni il Veneto risponde già con un “no” sonoro e non negoziabile. Siamo pronti a fare le barricate, al fianco dei nostri operatori turistici e dei nostri cittadini ai quali, nel nome del business della lobby della trivella, si rischia di far cedere la terra sotto i piedi».

A dare manforte al presidente Zaia anche l’allarme lanciato da Confturismo Veneto (17.000 imprese a livello regionale), già intervenuta a più riprese sulla questione. E, mentre plaude alla decisione della Commissione Ambiente della Regione Veneto – che ha bocciato all’unanimità qualsiasi progetto in tal senso – il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli sfida il Governo a imporre alle società di estrazione di stipulare un’assicurazione su Venezia e la sua costa con i Lloyds di Londra. «Danno il via libera alle trivellazioni? Non vogliono essere da meno della Croazia? Lo vogliono proprio fare? Bene: si accertino – dichiara Michielli – che le compagnie stipulino un’assicurazione a tutto campo, da quello ambientale a quello legato alle imprese turistiche, contro i danni derivanti dalle estrazioni. Non possiamo permettere che rischi reali quali l’inquinamento delle acque e fenomeni di subsidenza mettano a repentaglio quella che è la prima economia della nostra regione e del Paese». Per Confturismo, «non si può essere così incoscienti, miopi e scellerati da pensare che rischi di questa portata possano essere facilmente controllabili. La subsidenza è un pericolo reale, sarebbe un disastro per le nostre coste e annienterebbe il turismo balneare, già provato dalla crisi economica, da una stagione con fatturati in forte perdita e dalle mareggiate di questi giorni».

Zaia argomenta la sua posizione affermando come «gli studi in nostro possesso sono inequivocabili e li conoscono anche loro: trivellando di fronte alle coste venete rischierebbe di creare un catastrofico fenomeno di subsidenza. Vogliono mandare a fondo Venezia prima del tempo? Vogliono cancellare 120 chilometri di spiagge che accolgono 32 milioni di turisti l’anno e portano 17 miliardi di fatturato? Devono solo provarci e capiranno una volta in più di che pasta sono fatti i Veneti e la loro Regione».

«Dicono che tanto in Croazia lo fanno già – incalza il Governatore – e così ammettono l’ennesima sconfitta di un Governo che sta gestendo il semestre di presidenza europea con il tasso di autorevolezza sotto zero. Renzi, se non ne ha avuto il coraggio con la Merkel, almeno abbia la dignità di alzare la voce con la Croazia e di lottare contro un vero e proprio scempio ambientale che riguarda tutto il Mare Adriatico, non solo le nostre coste».