Fare impresa in Veneto: le “start up” tra incognite e successi

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Regione Veneto giunta ass marialuisa coppola pdl 1Istituzioni e incubatori a confronto. Investire su capitale umano e innovazione per sostenere il sistema economico

Il 10% degli incubatori italiani certificati (3 su 31) e quasi l’8% delle “start up” (aziende in fase di lancio) innovative delle oltre 2.600 presenti in Italia ha sede in Veneto (fonte Infocamere – settembre 2014). Numeri rilevanti che spiegano perché Veneto Sviluppo e la Regione Veneto stiano operando nell’ottica di individuare strategie per accompagnare le imprese nel loro percorso di crescita, per assicurarne lo sviluppo e il successo.

Con l’obiettivo di sostenere il tessuto produttivo locale, Veneto Sviluppo e la Regione Veneto promuovono un ciclo di incontri per analizzare i diversi settori e distretti veneti e individuare gli ambiti da sostenere attraverso partecipazioni al capitale delle PMI. Dopo il “fashion system”, sono state approfondite le dinamiche di sviluppo e gestione del mondo delle “start up” per individuare i percorsi per rendere il nostro territorio più “ospitale” nei confronti delle imprese innovative.

Le “start up” occupano infatti un posto sempre più rilevante nel panorama economico: negli ultimi 5 anni -2009-2013 – in Europa sono state finanziate oltre 2.500 “start up”, meno della metà rispetto ai 6.700 investimenti oltre oceano, ma nel vecchio continente la situazione sta cambiando e a dimostrarlo è la crescita esponenziale nel numero di finanziamenti che in Europa è salito del 600%, contro l’85% negli Usa (fonte Bright Sun). In Italia, grazie al Fondo di Garanzia per le Pmi, il credito bancario alle “start up” innovative e incubatori certificati si è sbloccato: nell’ultimo anno sono stati destinati 91 milioni di euro (settembre 2013 – settembre 2014, dati MISE) indirizzati a 207 operazioni di prestito. In Veneto sono stati erogati finanziamenti a 27 progetti, quindi, a circa il 13,5% delle “start up” innovative presenti in regione (la media regionale è dell’8%).

La Regione Veneto è intervenuta a sua volta innovando gli strumenti di intervento regionale per lo sviluppo e la competitività dei settori produttivi, prevedendo che le imprese si aggreghino per sviluppare un progetto strategico comune e incrementare l’attività di ricerca e innovazione. L’obiettivo rimane il superamento delle difficoltà economiche che investono le piccole e medie imprese per fare in modo che attività e ingegno sinergici, razionalizzazione dei costi e apporto pubblico, favoriscano lo scambio di conoscenze e competenze funzionali alla riorganizzazione di processo, all’innovazione di prodotto e a rendere più accessibile il trasferimento tecnologico, nonché la promozione d’interventi volti all’internazionalizzazione dei sistemi produttivi per una maggiore visibilità sui mercati.

«La soluzione vincente per uscire dalla crisi – sostiene Marialuisa Coppola, assessore all’economia, sviluppo ricerca e innovazione Regione Veneto – sta nel reinventare completamente un modello di sviluppo che veda il Veneto nuovamente punto di riferimento per l’Italia e per l’Europa. Questo è il senso di Innovarea e la realizzazione di questo grande progetto passa anche attraverso il favorire la nascita di nuove imprese e il rilancio di quelle esistenti, anche favorendo il ricambio generazionale. È evidente che queste realtà, particolarmente dinamiche, e fortemente orientate all’innovazione rappresentano una scommessa vincente se il sistema combinato di istituzioni, incubatori, giovani con grande spirito imprenditoriale riescono a costruire un sistema virtuoso. Il senso di tutto questo è che Regione del Veneto e Veneto Sviluppo ci sono».

Dal canto suo, il primo intervento della Finanziaria Regionale a supporto del settore risale ancora al 2011 nel capitale della padovana Adaptica: un investimento di 600.000 euro per valorizzare le scoperte e le tecnologie innovative sviluppate da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova nel campo dell’ottica e dell’optoelettronica.

Dal 2013 Veneto Sviluppo ha ulteriormente implementato la sua strategia di supporto con l’introduzione di  investimenti rivolti a garantire continuità nei progetti denominati “seed” (supporto a giovani imprenditori nel lancio di imprese innovative nel settore internet), nonché nuova finanza per le società più strutturate da mantenere in portafoglio.

Per ottimizzare le opportunità di impieghi, la società regionale ha poi deciso a marzo di quest’anno di entrare direttamente nel capitale del venture capital H FARM investendo 1,1 milioni di euro. Una scelta che permette da una parte all’incubatore di beneficiare dell’appoggio di Veneto Sviluppo per dialogare con le istituzioni sul territorio e per individuare le controparti industriali più opportune alle quali eventualmente cedere la partecipazione, e dall’altra concede a Veneto Sviluppo l’opportunità di mirare ed accrescere, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, il supporto finanziario delle iniziative di raccolta dei capitali d’avvio.

«Veneto Sviluppo ha deciso di avviare da tempo una nuova politica di sostegno al modello di business legato alle start up, – ha commentato Giorgio Grosso presidente di Veneto Sviluppo Spa – prima investendo direttamente nel capitale di tre imprese veramente innovative, in settori che spaziano dall’elettronica, all’ottica adattiva fino all’internet of things, poi acquisendo a marzo di quest’anno una quota di circa quattro punti percentuali direttamente nel capitale del venture incubator H-FARM. Gli investimenti, che al momento ammontano a 3,6 milioni di euro, sono sicuro possano aumentare a breve – prosegue Grosso – fornendo così la necessaria risposta al desiderio di crescita, razionalizzazione e sbocco a mercato di questo settore legato agli incubatori, così dinamico all’interno del panorama di rinnovamento industriale veneto. Per la Finanziaria Regionale la strategia è quella di far recuperare alle aziende in parte il pesante divario digitale e di incrementare, soprattutto in termini occupazionali, il difficile mercato del lavoro in regione».