Friuli Venezia Giulia, segnali positivi dall’industria

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Il presidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia, Giovanni Da Pozzo.
CCIAA Udine giovanni da pozzo presidnete 1Unioncamere regionale fotografa la situazione economica del II trimestre 2014

Segnali di ripresa confermati per l’industria manifatturiera del Friuli Venezia Giulia, specie in provincia di Udine (+2.2%) e Pordenone (+2,7%), buona performance del settore vitivinicolo, stabile la ricettività, fase ancora negativa per commercio ed edilizia.

E’ la fotografia dell’economia della regione scattata dall’ottava indagine congiunturale di Uniocamere regionale (consuntivo II trimestre e aspettative per quello in corso), realizzata da QuestLab e illustrata a Udine dal presidente di Unioncamere Fvg e della Camera di commercio udinese, Giovanni Da Pozzo. «Anche se il contesto internazionale torna a essere incerto per le imprese del Friuli Venezia Giulia soprattutto a causa delle crisi internazionali, tra Russia e Ucraina, in Medio Oriente e nel Nord Africa – ha detto Da Pozzo -, l’industria manifatturiera conferma le tendenze positive per la prima volta registrate nel I trimestre di quest’anno».

Nel periodo aprile-giugno è aumentata la produzione nell’industria (+2,9%) e nel settore vitivinicolo (+3,5%), mentre restano in area negativa il commercio (-1,7%), l’edilizia (-4,9%) e i servizi dell’ospitalità turistica (-0,8%). «Nel settore turistico – ha aggiunto Pozzo – le attese sono andate deluse per una stagione davvero sfortunata sotto il profilo meteorologico. Commercio e servizi languono anche per il perdurare del calo dei consumi, nonostante lo sforzo degli 80 euro in più in busta paga. Alla politica – ha concluso – si chiede ancora impegno e responsabilità».

Per l’autunno le previsioni restano positive per il vitivinicolo, l’industria manifatturiera teme il perdurare delle crisi internazionali, nel turismo e nel commercio prevalgono le aspettative negative, nelle costruzioni la stabilità. Il focus dell’indagine congiunturale sul credito evidenzia criticità nel rapporto con le banche. Per circa il 30% delle 1.500 imprese intervistate (tra il 30 giugno e il primo agosto) la situazione è peggiorata rispetto al primo trimestre, specie in materia di tassi d’interesse e di burocrazia.