Confindustria Udine, focus su mercato Germania

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confindustria Udine giovani seminario su germania I relatori foto Gasperi 1
confindustria Udine giovani seminario su germania I relatori foto Gasperi 1Il Gruppo Giovani approfondisce i temi dell’export per agganciare la ripresa

In vista della missione che, nell’ambito delle attività di internazionalizzazione dell’Associazione, ha organizzato in Germania a fine settembre, il Gruppo Giovani imprenditori di Udine, in collaborazione con Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, ha promosso a palazzo Torriani, il seminario dal titolo “Come esportare all’estero: focus sulla Germania” allo scopo di fare un punto preciso sul mercato tedesco.

Quello tedesco rappresenta per la provincia di Udine il principale mercato di sbocco dell’export. Nel 2013 sono stati esportati beni per 769 milioni di euro (il 16% del totale mondiale, 4.859 milioni). Dei 769 milioni, 755 sono prodotti delle attività manifatturiere (498 metalmeccanica, 61 gomma e plastica, 38 alimentari e bevande). Le importazioni di beni dalla Germania sono pari a 392 milioni di euro (205 metalmeccanica, 86 mobili, 44 alimentari, 41 chimica). Nel primo trimestre del 2014 l’export verso la Germania è cresciuto del 12,3% (da 181 a 203 milioni di euro).

Il seminario ha fornito indicazioni operative su come operare in loco. Michele Vanin, vice presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine, che, con la sua azienda Dapi srl di Faedis, sta battendo da un anno a questa parte l’area tedesca con grande intensità, vede un notevole fermento, almeno per quanto riguarda il suo settore di competenza, ovvero le lavorazioni meccaniche per conto terzi. «In Germania, così come in tutta il Nord Europa – ha evidenziato Vanin –, non si percepisce la crisi, si aprono nuovi cantieri e ci sono tante aziende che investono e si espandono. Le aziende italiane sono riconosciute dai tedeschi per l’alto valore e l’ottima qualità delle loro produzioni a prezzi comunque competitivi. Tutto sta ad avere l’approccio giusto per avvicinarsi a questo mercato. Un consiglio che mi permetto di dare è quello di partecipare alle loro tante Fiere, cui attribuiscono rilevanza strategica per l’incrocio tra domanda e offerta».  

Dopo l’indirizzo di saluto di Stefano Sello, coordinatore di Mercato imprese Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, che ha ricordato la forte attenzione dell’istituto per i temi legati all’internazionalizzazione d’impresa, le relazioni sono state a cura di Svenja Bartels, dello Studio Rödl & Partner, che si è soffermata su esperienze e fattori di successo sull’export in Germania («è un mercato dalle grandi opportunità e interessante, ma soprattutto semplice da approcciare in quanto trasparente, lineare e vicino all’Italia culturalmente. Con la normale diligenza imprenditoriale si può avere successo») e Davide Petraz, di GLP Industrial Property Office, che ha analizzato i contratti di licenza e di vendita dei diritti di proprietà industriale («sono molte le aziende italiane, specie di piccole dimensioni e terziste del settore meccanico ed elettrico, che, lavorando in Germania, sentono il bisogno di vedersi tutelati i loro brevetti prima di stringere accordi commerciali»).

La Germania è la prima economia dell’UE con un PIL che rappresenta il 29% di quello dell’Eurozona ed il 21% di quello dell’Europa a 28. Spina dorsale della sua economia continua ad essere il settore manifatturiero (25,5% del PIL), l’economia tedesca si caratterizza anche per il suo alto grado di internazionalizzazione.

Nel 2013 l’economia tedesca è cresciuta dello 0,4% (nel 2012 il PIL era cresciuto dello 0,7%, nel 2011 del 3,3%). I consumi interni (+0,9% quelli delle famiglie e +1,1% quelli pubblici) hanno rappresentato il motore di crescita dell’economia tedesca. Il mercato del lavoro infine continua a dare segnali di ottima salute e rappresenta un fattore stabilizzante della congiuntura economica. Nell’arco del 2013, sono stati creati 233.000 nuovi posti di lavoro. Si tratta del settimo anno consecutivo che si conclude con un aumento dell’occupazione (0,6%) anche se l’incremento è stato più basso rispetto al biennio precedente (+1,1% nel 2012 e +1,4% nel 2011), esso ha comunque permesso di far registrare un livello di disoccupazione del 6,9%.

Secondo quanto indicato nel Rapporto economico annuale 2014 del Governo federale,  la crescita dovrebbe consolidarsi nel corso del corrente anno (con un aumento complessivo del PIL pari all’1,5% – in calo di qualche decimo di punto rispetto a quanto ci si aspettava qualche mese fa a causa delle tensioni internazionali) ed accelerare ulteriormente nel 2015 (con una stima di incremento del 2%). Tale crescita dovrebbe essere in gran parte sostenuta dalla dinamica della domanda interna. I consumi privati dovrebbero infatti crescere dell’1,4%, sostenuti da un mercato del lavoro tuttora in espansione (gli occupati dovrebbero aumentare di 240.000 unità nel 2014, associati anche ad una crescita dei salari). Analoga evoluzione dovrebbero registrarsi nei settori delle costruzioni (+3,2%) e dei macchinari ed attrezzature (+4%, in opposizione al calo su base annuale registrato nel 2013).