Elettrodotto Lienz-Scorzè, invito a Terna a rispettare l’ambiente dolomitico

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Stelvio 2010 elettrodotto lombardo altoatesino 1Zaia: «ascoltare le comunità locali per non deturpare le Dolomiti con i tralicci»

«Terna non può deturpare un paesaggio mozzafiato come quello delle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco, con degli orrendi tralicci. E’ un’azienda pubblica. Si rassegni, dunque, a mettere mano alla cassa e realizzi interrandolo l’elettrodotto dall’Austria all’Italia.

Come Regione sappia che continueremo a opporci in tutte le sedi a un vero e proprio scempio ambientale e paesaggistico». E’ molto netta la posizione del presidente del Veneto, Luca Zaia, sulla questione del nuovo elettrodotto Lienz – Scorzé che fino al confine austriaco corre sotterraneo, ma che in Italia la società che gestisce la rete vorrebbe realizzare con tralicci disseminati sulle montagne.

Secondo Zaia «i cittadini hanno ragione a protestare, perché l’ambiente appartiene a loro. Non è una Italia del “NO” che protesta, non lo fa per un effetto “Nimby” (Not In My Back Yard, NO nel mio cortile) né per un malinteso senso dell’ambientalismo che nega tutto, ma semplicemente per una questione di buon senso. Nessuno si oppone all’elettrodotto: semplicemente non è pensabile che l’area delle Dolomiti, Patrimonio dell’umanità Unesco, venga deturpata da torri metalliche fino a 60 metri e da cavi aerei che corrono lungo vallate e crinali, tenuto conto che gli stessi cavi possono essere interrati garantendo sia l’approvvigionamento energetico sia il paesaggio. L’Unesco – prosegue Zaia – ci ha dato un riconoscimento meritato e straordinario, i cui contenuti e le cui aspettative abbiamo tutti il dovere di consolidare rispettando e valorizzando anzitutto le Dolomiti e chi ci abita».

La regione del Veneto ha preso formalmente posizione sulla vicenda: «chiedo a Terna – sottolinea Zaia – di operare di conseguenza, senza se e senza ma, facendo null’altro che quello che gli austriaci hanno fatto in casa loro. Interrare costa di più? I cittadini bellunesi non possono vedere svilito il loro territorio per interessi economici che non sono i loro. Ricordo, per chi non lo rammentasse, che Terna è un’azienda pubblica, partecipata dunque contribuenti. I Veneti sono non soltanto grandi contribuenti che ogni anno regalano all’Italia (e quindi alle aziende pubbliche) 21 miliardi di residuo fiscale attivo, ma che il sistema industriale del Veneto è un grande consumatore di energia elettrica, che peraltro paga assai di più della media europea. Agli amministratori di Terna chiedo di tenere conto che quell’elettrodotto interrato i Veneti l’hanno di fatto già pagato. E caro, per giunta».