Imprese trentine, nuovo calo delle attività iscritte alla Cciaat

A novembre 2024 il calo è stato dell’1%. Cresce l’export della provincia: il saldo attivo è passato dai 555 milioni del 2000 ai 1.657 del 2023.

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Economia trentina a doppia velocità, con le imprese trentine sempre più in affanno con la riduzione del numero di imprese registrate attive presso la Camera di commercio industria artigianato, agricoltura e turismo di Trento, mentre dall’altro cresce il saldo attivo dell’export provinciale, a testimonianza della buona competitività sui mercati internazionali.

Al 30 novembre 2024 in Trentino erano iscritte 50.920 aziende, oltre 400 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 (51.388) e del 2022 (51.442). Anche il dato su quelle attive è sostanzialmente sovrapponibile perché a fine novembre erano 46.774 contro le 47.122 del 2023 e le 47.176 del 2022.

La flessione è inferiore al punto percentuale, ma è indicativa di un andamento vicino alla “stagnazione“. Per un bilancio definitivo sulle imprese trentine occorrerà attendere poco più di tre settimane, quando l’ente camerale ufficializzerà il dato definitivo del 2024, compreso il mese di dicembre, che potrebbe anche essere diverso perché le imprese hanno sempre 30 giorni di tempo per comunicare le variazioni sul proprio “status” e le eventuali cessazioni coincidono spesso con la fine dell’anno. A fine 2022, ad esempio, le aziende attive erano risultate 46.812 rispetto alle 51.005 registrate con una forbice di circa 350 unità rispetto a novembre. E a fine 2023 46.539 erano risultate operative sulle 50.670 iscritte con una differenza ancora superiore, attorno alle 450.

Dopo i minimi della pandemia del 2020, anno in cui le imprese trentine attive e registrate hanno toccato i livelli più bassi dal 2013 in poi a quota 46.171 e 50.666, e la ripresa del 2021 (46.886 e 51.183), la Camera di Commercio di Trento ha contabilizzato una flessione costante di entrambi i riferimenti.

Mentre cala il numero delle imprese attive in Trentino, cresce invece il saldo della bilancia commerciale provinciale con l’estero che è cresciuto anche nel 2023, anno al quale si riferiscono i dati dell’ultima edizione dell’Annuario statistico provinciale dell’Ispat. In valori correnti, il saldo attivo è passato dai 555 milioni del 2000 ai 1.657 del 2023. In quell’anno le transazioni positive sono cresciute del 29,7% grazie al simultaneo calo dell’import (-4,9%) e all’aumento dell’export (+3,7%).

Le destinazioni dei prodottiMade in Trentino” restano per il 57,6% i paesi dell’Unione Europea, dai quali sono anche lievitati gli acquisti, passati dal 70,3% del 2022 al 79,9% del 2023. La Germania è il principale mercato di sbocco e assorbe il 16% delle merci trentine: il paese, che ha nel frattempo chiuso con un Pil in recessione anche il 2024, vale il 21,2% delle importazioni provinciali. «Quote rilevanti di prodotti locali – informa l’Ispat – sono esportate verso gli Stati Uniti d’America (11,7%), la Francia (9,7%), il Regno Unito (7,9%), la Spagna (5,1%) e l’Austria (4,9%)».

Dal fronte delle importazioni, dietro la Germania ci sono Francia (17,3%, in crescita rispetto agli anni precedenti), Austria (8,1%), Paesi Bassi (7,1%), Belgio (4,9%) e Spagna (4,7%). Dalla Cina il Trentino importa più di quanto esporti: il Regno di Mezzo piazza in provincia merci pari al 6,4% dei volumi complessivi.

 

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