Giocare con niente, crescendo

La funzione pedagogica di spazi e materiali non strutturati, tema della giornata annuale di formazione della Federazione italiana scuole materne di Verona con 1.200 gestori e volontari.

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Ben 1.200 i partecipanti alla giornata di formazione annuale della Federazione italiana delle scuole materne di Verona e provincia.

Giocare con niente, in giardino come in tutti gli spazi della scuola, sotto lo sguardo adulto dell’educatore, ma in un percorso in itinere che consente al bambino di fare esperienza secondo le sue curiosità.

«Spazi e materiali» è stato il tema della giornata annuale di formazione della Federazione italiana scuole materne (Fism) Verona che ha radunato a Dossobuono oltre 1.200 persone tra educatori, coordinatrici, presidenti, membri dei comitati di gestione e parroci delle 172 scuole dell’infanzia di città e provincia che si occupano di 13.850 bambini da zero a sei anni.

Giocare con niente: si è partiti dal tema degli spazi, luoghi con funzioni pedagogiche che accompagnano il bambino a essere protagonista della sua crescita, giocando o sperimentando materiali naturali o non strutturati. Sono gli spunti contenuti nel volume «L’appartenenza nell’essere: spazi e materiali» presentato e distribuito ai presenti. Il libro fotografico e con indicazioni tecniche è il terzo volume prodotto dal coordinamento pedagogico di Fism Verona, con pagine dedicate a ogni ambito scolastico – spazi nido, sezioni Primavera e infanzia – e a ogni momento della giornata: accoglienza, ascolto, pranzo, cura di sé, esperienze, sonno e ricongiungimento con la famiglia.

Dopo il momento di preghiera con don Domenico Consolini, hanno portato il loro saluto il sindaco di Villafranca Roberto Dall’Oca, Cecilia Brentegani dell’Ufficio scolastico territoriale; Maria Grazia Corda del coordinamento pedagogico territoriale del comune di Verona; Adriano Tomba, in rappresentanza di Cattolica Assicurazioni.

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Da sx Luciana Brentegani, Maria Grazia Corda, Francesca Balli, il vescovo di Verona Domenico Pompili e don Domenico Consolini.

A metà mattinata è intervenuto il vescovo di Verona, Domenico Pompili: «mi piace il tema Spazi e materiali correlati all’educazione e del rapporto con la dimensione interiore dei bambini. Interiorità ed esteriorità sono due dimensioni che vanno vissute insieme. Grazie a voi che vi occupate della fascia più importante da accompagnare».

I lavori della giornata di formazione sono stati aperti dalla presidente di Fism Verona, Luciana Brentegani, e dalla vicepresidente, Francesca Balli, curatrice del volume e referente del coordinamento pedagogico 0-6 di Fism.

«Nel libro, ed è un aspetto prezioso, ogni sezione si chiude con interrogativi per riflettere, favorire una continua evoluzione che parte dall’osservazione dei bambini, per un servizio che non è mai lo stesso – dice Luciana Brentegani -. Le nostre scuole hanno una lunga storia ma sono in continua evoluzione: alcune sono nate due secoli fa o all’inizio del secolo scorso, ma nessuna si è fermata. C’è sempre stata da parte della federazione la capacità di osservare le esigenze dei bambini e delle famiglie e di dare risposte adeguate. Nonostante l’inverno demografico, abbiamo un aumento dei bambini iscritti al nido e alle sezioni Primavera per bimbi di 24-36 mesi: è indice di nuove esigenze dei genitori lavoratori. E così siamo passati in un anno da 41 a 47 sezioni primavera proprio per offrire risposte adeguate alle nuove esigenze. Contiamo 172 scuole dell’infanzia, 81 nidi integrati, 47 sezioni primavera, 1.318 insegnanti su 2.014 dipendenti e circa 1.400 volontari, ovvero genitori che compongono i comitati di gestione delle scuole o che collaborano a vario titolo. È un mondo che mette a disposizione competenza, passione e voglia di formazione a favore di 13.850 bambini – dei quali 2.540 hanno tra 0 e 3 anni – delle loro famiglie, della società».

«Lo spazio nelle nostre scuole si è trasformato molto negli anni, guardando a un’idea di bambino che grazie alla pedagogia, la psicologia e le neuroscienze è cambiata. I bambini sono protagonisti dei loro processi di apprendimento e socializzazione, per cui lo spazio è diventato un luogo che dà valore alle loro esplorazioni, anche attraverso l’uso di materiali naturali e non strutturati – puntualizza Francesca Balli -: il bambino usa la sua curiosità e creatività per realizzare progetti e il ruolo dell’adulto è quello di affiancare l’esperienza attribuendo significati, alimentando processi che portano a competenze. Questo accade in tutti gli spazi, sia nella scuola che nel territorio: nei giardini, in paese, nell’orto, nella natura. Lo spazio della scuola diventa un grande spazio di comunità dove i bambini possono esprimersi in luoghi guidati da un pensiero adulto».

La giornata di formazione è proseguita con un focus per il personale educativo con il pedagogista Antonio Di Pietro, che ha curato la postfazione del volume, sul tema «Giocare con niente».

 

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