Commissariamento Centro S. Chiara, esito annunciato con polemica

Il comune di Trento critica la gestione Fugatti, ma il suo rappresentante – così come quello di Rovereto - non ha inciso sulla corretta gestione dell’ente. Ora tocca alla Corte dei conti accertare le responsabilità dello scialo di denari pubblici.

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commissariamento del Centro S. Chiara Trentino Music Arena

Il giorno dopo il commissariamento del Centro S. Chiara di Trento da parte della Provincia di Trento della quale è ente strumentale nel campo della cultura e della gestione degli eventi, le opposbizioni hanno messo nero su bianco le critiche all’operato della giunta del leghista Maurizio Fugatti, “colpevole” di avere favorito l’organizzazione di eventi che, a parte quello inaugurale – e preelettorale costato oltre un milione di euro alle casse pubbliche, oltre ai costi di allestimento della fantasmagoricaTrentino Music Arena – con protagonista Vasco Rossi, sono stati un buco dietro l’altro per quanto riguarda le presenze e i biglietti venduti.

Per il gruppo consiliare del Pd del Trentino «davanti all’evidenza di una situazione del tutto straordinaria, non poteva che esserci un epilogo altrettanto straordinario. Consapevole di una situazione al limite, ancora nella scorsa estate, il Pd del Trentino b quella soluzione commissariale alla quale adesso è pervenuta anche la Giunta provinciale. Con soli tre mesi di ritardo».

«Ma il commissariamento del Centro S. Chiara non può essere un comodo paravento per celare responsabilità a vario livello – proseguono gli esponenti Dem -: da quelle del sempre fuggevole presidente Fugatti che, nel sostenere l’insostenibilità della plurimilionaria spesa per la “Trentino Music Arena” pur di coprire le forzature amministrative e finanziarie compiute per il concerto di Vasco Rossi, ha dato credito a due stagioni di spettacolo estivo fallimentari e piegate solo a fini propagandistici. Ma se Fugatti è il regista, nemmeno molto occulto, chi sedeva nel disciolto consiglio di amministrazione del Centro S. Chiara – e soprattutto chi ha rivestito posizioni apicali – non ha responsabilità minori nel dipanarsi di questa follia. Infine, qualche responsabilità rimane anche in capo alla direzione dell’ente che non poteva non vedere, non segnalare, non allertare e che invece pare essersi avvolta in un ossequiente e complice silenzio».

Per il Pd «alla luce di questa situazione ed anche a fronte dell’esposto presentato alla Procura regionale della Corte dei Conti, attendiamo che sia fatta chiarezza soprattutto sull’adeguatezza e la proporzionalità delle spese sostenute, siano esse per consulenze, noleggi, cachet degli artisti e via dicendo, anche per sapere se paga sempre e solo Pantalone».

Le critiche, oltre che sull’organizzazione lacunosa degli eventi, punta anche sulla struttura della “balerafortissimamente voluta dal Fugatti: «spiace constatare le ennesime fake news di questa maggioranza, perché non c’è stato alcun serio investimento sia infrastrutturale, al di là della provvisorietà che per sua natura non è un investimento, come d’immagine, posto che fuori dai confini del principato leghista abbiamo ormai oltrepassato i limiti dell’irrisione pubblica – scrivono i consiglieri del Pd -. La Giunta provinciale, contando sulla “memoria corta” dei trentini, continua la politica degli annunci, tanto roboanti quanto inconsistenti, assicurando investimenti per decine di milioni di euro nel nuovo stadio e puntando quindi a cancellare, con queste fumoserie, lo scandalo dei milioni gettati per assicurare al Trentino un radioso futuro musicale alle spalle».

Sulla vicenda interviene anche il vicesindaco e assessore alla cultura del comune di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ente che all’interno del consiglio di amministrazione del Centro S. Chiara, ora commissariato per i prossimi sei mesi, almeno, aveva un proprio rappresentante, così come il comune di Rovereto, che non è intervenuto con l’energia sufficiente per raddrizzare il corso fallimentare degli eventi, specie dopo che l’Ente è rimasto privo del suo presidente dopo le dimissioni di Sergio Divina, gestito ad interim dal vicepresidente, la leghista Sandra Matuella.

Per Bozzarelli «purtroppo questo è l’esito prevedibile della scelta azzardata di due anni fa. Mi riferisco al concerto di Vasco, di fatto l’avvio della campagna elettorale del presidente Fugatti. Quell’evento smisurato, poco compatibile con il contesto trentino e poco sostenibile dal punto di vista economico, ha messo in moto una valanga che ha portato a queste gravi conseguenze: il commissariamento di una delle più importanti istituzioni culturali trentine. In più dobbiamo fare i conti con un’area che invece di essere una risorsa è diventata un peso ingombrante e difficile da gestire. Tutto prevedibile, visto che non c’era un’idea culturale vera dietro al progetto della “Trentino Music Arena”. Oggi paghiamo quella leggerezza con una ferita alla vita culturale di tutta la città».

 

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