I conti della dissennata gestione della Trentino Music Arena, la gigantesca balera all’aperto fortissimamente voluta dal presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, hanno affondato il bilancio del Centro servizi culturali Santa Chiara, braccio operativo dell’assessorato alla cultura del Trentino, ora finito commissariato per via del “bucone” da 2 milioni di euro che il collegio dei revisori dei conti si è rifiutato di approvare.
La delibera approvata dalla giunta provinciale su proposta congiunta del presidente Fugatti e del vicepresidente e assessore alla cultura, Francesca Gerosa (FdI), ha incaricato Maria D’Ippoliti, dirigente del Servizio per il personale della Provincia, di assumere dal 18 novembre prossimo il ruolo di commissario del Centro Servizi culturali Santa Chiara. Per l’incarico in parola non è previsto alcun compenso.
«Si ritiene di preminente interesse salvaguardare lo svolgimento delle attività programmate dal Centro – spiegano Fugatti e Gerosa -, così come ristabilirne il regolare funzionamento, anche attraverso una compiuta analisi organizzativa e contabile, a supporto di un eventuale intervento riorganizzativo che possa garantire la piena e regolare funzionalità dell’ente, preservandone la funzione di programmazione e coordinamento delle attività di spettacolo sul territorio provinciale».
L’incarico prevede anche che il commissario formuli proposte di intervento per superare le criticità, elaborando una proposta riorganizzativa con un nuovo consiglio di amministrazione. E, soprattutto, ribadire la necessità di rispettare gli ordinari criteri di gestione del denaro pubblico, per cui prima di autorizzare incarichi organizzativi di eventi e la relativa spesa, dovrebbero essere presenti a bilancio i relativi fondi di copertura. Resistendo senza se e senza ma ai capricci canori di Fugatti e dei suoi più stretti consigliori.
Contestualmente, il provvedimento di commissariamento del Centro servizi culturali Santa Chiara conferma per ulteriori cinque anni il Collegio dei revisori dei Conti, composto da Alessandro Giarolli, Paola Amorth e Paolo Carolli.
«La nomina del commissario, voglio rassicurare subito i lavoratori – ha detto Gerosa – non è un segnale di sfiducia nei loro confronti, bensì una scelta fatta anche a loro tutela, e non solo del Centro. Come ho già avuto modo di dire loro nell’incontro del 9 ottobre, la dedizione e la professionalità che dimostrano verso il Centro è tale da meritare da parte nostra tutta l’attenzione possibile, così come l’individuazione di tutte le soluzioni organizzative e gestionali idonee a preservarli e a mettere in sicurezza le attività che svolgono. Convocherò la prossima settimana, insieme alla dirigente generale del Dipartimento, dott.ssa Mussino, i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori o loro delegazione, se avranno piacere, per meglio informarli della scelta assunta, e tranquillizzarli se necessario».
Si vedrà se la politica provinciale avrà la forza di superare la mera logica lottizzatoria nella nomina del nuovo consiglio di amministrazione, nominando degli amministratori realmente in contatto con il mondo della cultura e delle sue diverse declinazioni, capaci di proporre eventi e stagioni di reale spessore e ricadute, magari pure di evitare eventi che già in partenza sono a rendimento negativo, capaci, infine, di resistere alle pressioni troppo smaccate della politica e dei suoi consigliori.
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