Nei giorni in cui si celebra il decennale del Centro di protonterapia di Trento, la struttura di via al Desert che ancora oggi viaggia al rallentatore per via dei ritardi con cui la terapia è stata inserita nei prontuari dei Lea con la relativa rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha fatto visita alla struttura, anche in occasione della tappa trentina della celebrazione dei due anni di attività del governo Meloni in corso in tutt’Italia.
Accompagnato dalla vicepresidente del Trentino, Francesca Gerosa (FdI), e dall’assessore provinciale alla salute, Mario Tonina (Patt), Schillaci ha incontrato i vertici dell’Azienda sanitaria e dell’Università di Trento che sta facendo decollare la nuova facoltà di medicina.
«Grazie al lavoro e all’esperienza del direttore Frank Lohr e dei professionisti che vi operano – ha detto l’assessore Tonina – l’obiettivo è dare ulteriore impulso a questa attività, per mettere sempre più a disposizione della sanità nazionale questa eccellenza, che è motivo di orgoglio per una Provincia autonoma come la nostra». Anche se in 10 anni il centro di Trento non è più unico in Italia.
Tonina ha toccato alcuni temi cruciali per la sanità: l’invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite, la promozione di stili di vita sani, il tema delle risorse umane ed economiche. Ha ricordato gli investimenti sul territorio provinciale e la rete di assistenza ai cittadini che si realizzerà anche attraverso le case di comunità. «Si sta lavorando – ha detto Tonina – alla creazione di un’azienda sanitaria universitaria integrata pensando al nuovo Polo ospedaliero e Universitario del Trentino e alla collaborazione con l’università per i corsi di medicina».
Gerosa ha sottolineato come «questo è un Centro di eccellenza per il Trentino ma anche per tutto il Paese. E’ pubblico, a dimostrazione di quanto il territorio creda in questa attività».
«Il tema della prevenzione è centrale – ha detto il ministro Schillaci – e non possiamo non investire in prevenzione. Se vogliamo continuare ad avere un sistema sanitario pubblico e universalistico non possiamo non parlare dell’importanza di corretti stili di vita a partire dal mondo della scuola. La prevenzione è un fattore fondamentale della politica sanitaria».
Il ministro ha parlato del Centro di protonterapia come di un modello multidisciplinare, in una sanità che si basa sempre più su numerose componenti professionali e sulla collaborazione con università e ricerca. Non si può, ha aggiunto, non investire in ricerca. Schillaci ha ricordato inoltre come il tema dell’assistenza prolungata nel tempo sia stato al centro anche della riunione dei ministri della Salute del G7 che si è tenuta ad Ancona.
Il rettore Flavio Deflorian ha sottolineato come il Centro di protonterapia sia anche un luogo dove si fa ricerca e come sia simbolico di una collaborazione per una sanità che offra servizi ma faccia anche innovazione. Ha ricordato inoltre come il tema della ricerca sia al centro anche del progetto che riguarda i corsi di medicina. Oggi il centro di Trento è una struttura all’avanguardia nella cura dei tumori che ha trattato con i protoni 1.800 adulti e 600 bambini.
Schillaci nel corso della celebrazione dei due anni di governo Meloni si è soffermato sulla legge di bilancio 2025 e le sue ricadute sul comparto sanitario. «La strada è in salita, le risorse sono limitate – ha sottolineato -, ma quest’anno i fondi a disposizione sono aumentati di 2,5 miliardi e per il prossimo anno di 5 miliardi, non è mai successo, siamo arrivati oltre 136 miliardi e il prossimo anno toccheremo oltre 140 miliardi. Nessuno ha interesse a depotenziare il sistema pubblico».
«I problemi non si risolvono solo aumentando i fondi, cosa che peraltro abbiamo fatto. Il paradosso è che non hanno mai detto come sono stati spesi i soldi pubblici e quali risultati sono stati raggiunti. Ci sono regioni che non hanno speso nemmeno i soldi ottenuti dal Governo precedente al governo Meloni», ha detto poi aggiunto Schillaci in riferimento al problema delle liste d’attesa che ha definito come «il problema più sentito e odioso per i cittadini».
Altro settore in cui si investe, ha puntualizzato Schillaci, è la telemedicina che «rappresenta veramente il futuro della sanità in Italia e abbiamo attivato fondi per l’assistenza domiciliare. Il nuovo fascicolo sanitario elettronico è diventato operativo ed è uno strumento veramente all’avanguardia che permetterà di facilitare l’accesso a tante cure. Stiamo sostituendo le apparecchiature tecnologiche degli ospedali, il 65% è stato già consegnato e collaudato. Guardiamo con interesse all’intelligenza artificiale che può aiutare gli operatori sanitari a livello diagnostico e di cura per rendere più efficiente questo servizio».
A chi paventa il depotenziamento del servizio sanitario nazionale, Schillaci che detto che «quello italiano, che spesso viene descritto come un sistema al collasso, è ancora un modello da seguire e lo conferma l’unanime apprezzamento al G7 ad Abncona da parte dei ministri alla Salute che quasi mai fanno parte dei centrodestra. Vi vorrei far sentire cosa ha detto il nuovo ministro alla Salute inglese che non è un conservatore, ma un laburista, sul nostro servizio sanitario nazionale. Gli inglesi spendono quasi il 10% del Pil, ma andate a chiedere se ritengono migliore il loro servizio rispetto al nostro. Il nostro servizio ha delle ammaccature, ma noi abbiamo un progetto».
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