Valdobbiadene, dopo “l’Osteria senza Oste” nasce la “Becaria senza Becher”

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Osteria sena oste santo stefano valdobbiadene 1Il vulcanico Cesare de Stefani lancia il distributore automatico di generi alimentari. Zaia: «grazie al suo intuito imprenditoriale per valorizzare il territorio»

Nuova iniziativa del vulcanico Cesare de Stefani: dopo “l’Osteria senza Oste”, la “Becaria senzaBecher”, ovvero un negozio di salumi senza macellaio, né personale di vendita, dove tutti si possono rifornire di generi alimentari in modalità self-service, e consumarli in loco in uno spazio appositamente allestito per il pic-nic.

De Stefani, l’oste “invisibile” di Guia, è salito fino ai mille metri di Pianezze, frazione montana di Valdobbiadene, per installare la sua nuova “pensata”, la “Becaria” costituita da un distributore automatico di generi alimentari (carne, soprattutto, ma anche pane, affettati, vino tante altre cose gustose del territorio) e di una struttura in legno per il pic-nic. «Servirà ai turisti, ma non solo – commenta De Stefani – a Pianezze farà comodo anche ai pochi residenti avere una “Becaria” sempre aperta». Una proposta che, con tutta probabilità, avrà lo stesso gradimento dell’Osteria, presa d’assalto da turisti e curiosi. Con una sola, ma decisiva differenza: per evitare nuovi attriti col Fisco che un anno fa gli ha contestato la vendita senza la contestuale emissione di scontrino, cosa difficile da fare, visto che per i prodotti presenti nell’Osteria vige il criterio del consumo ad offerta, i prodotti della “Becaria” saranno acquistati a tutti gli effetti, e avranno un prezzo esposto e uno scontrino fiscale rilasciato dalle macchine automatiche.

De Stefani ha provato ad innovare nella sua tradizionale attività di macellaio puntando sul self-service: «sul Monte Cesen, per la prima volta metto a disposizione costate e fiorentine, “luganeghe” e costicine, soppresse e salami. E anche la polenta. La carne fresca dal distributore automatico è una rivoluzione, cambia tutto anche dal punto di vista del confezionamento. Eroga prodotti a zero gradi, abbiamo studiato il sistema migliore per preservare la qualità. Ci metteremo anche il pane: gli affettati ci sono già. Poi è importante anche l’aspetto psicologico: la gente del luogo sa che lì trova sempre qualcosa da mangiare».

La “Becaria” è fiscalmente e burocraticamente tutta a posto, con tanto di autorizzazione comunale e si trova poco distante dal “Tempio del Donatore”, punto di riferimento per i turisti sulle Pianezze.

L’iniziativa di De Stefani è stata “benedetta” dal governatore del Veneto, Luca Zaia: «una sola parola per salutare questa nuova e bellissima iniziativa: grazie. Ringrazio De Stefani per la splendida idea che indico a tutti come esempio da seguire, in quanto fattore di valorizzazione soprattutto nelle aree montane e soluzione che risponde ad una richiesta inespressa ma che c’è. Aggiungo che sono contento che non si sia lasciato scoraggiare da quella chi io giudico una sorta di persecuzione fiscale da parte di organi statali che non consigliano ma preferiscono limitarsi a reprimere, anche quando la loro azione diventa un autogol economico». Su questo, Zaia chiosa amaro che «purtroppo in questo Paese vige di fatto una norma non scritta: tutto ciò che non è espressamente permesso è per forza vietato. E quindi punibile. Che è il contrario di quanto avviene in tutti i Paesi liberi del mondo. Il risultato è spesso quello di non accompagnare soluzioni e fornire risposte, ma di conculcare la capacitò dei territori di far crescere l’economia. Il tutto lasciando spazio ai veri venditori abusivi per i quali le nostre località turistiche sono diventate un autentico “bengodi”. Non ci si dovrebbe stupire del fatto che, da qualche anno, il debito pubblico aumenti di circa 9 – 10 miliardi al mese e l’economia non cresca. Le vicende che hanno interessato l’Osteria senza oste – conclude Zaia – mi ricordano una lettera alla nostra stampa locale di pochi giorni, con la quale un imprenditore dimostra come, con le norme attuali, sia semplicemente impossibile assumere. Non è mai troppo tardi per parlare di meno e limitarsi a fare».