Il giudizio di parificazione del bilancio della regione Emilia Romagna ha sostanzialmente promosso l’operato del governo regionale, salvo avere qualche dubbio relativamente all’efficacia delle politiche di prevenzione e tutela del territorio e dei corsi d’acqua dopo due alluvioni, fatto che ha dato la stura alla polemica politica tra centro destra e centro sinistra a poche settimane dal voto regionale del 17 e 18 novembre.
La regione ha chiuso il bilancio 2023 con un saldo positivo di 137 milioni di euro, risultato raggiunto ad invarianza della pressione fiscale e con l’indebitamento che si conferma in costante flessione: -29,6 milioni di euro rispetto al 2022 e -289 milioni dal 2015 (-43.18%).
La sezione regionale di controllo per l’Emilia Romagna della Corte dei Conti ha promosso l’Ente e la corretta gestione del bilancio, nel pieno rispetto dei vincoli di finanza pubblica. Il via libera della magistratura contabile è avvenuto al termine dell’udienza pubblica, guidata dal presidente della Sezione regionale di controllo, Marcovalerio Pozzato, che si è tenuta a Bologna al Circolo unificato dell’Esercito di Bologna, nel Salone d’onore di Palazzo Grassi. La parifica accordata ha evidenziato il risultato positivo della gestione finanziaria e di bilancio della Regione, così come il risultato di esercizio, pur in una situazione di forte contrazione della spesa pubblica nel Paese. Bene anche la riduzione dei tempi di pagamento, quella del debito, l’alleggerimento della fiscalità regionale, nonché la capacità di utilizzo dei fondi della programmazione comunitaria.
«Sul fronte della gestione del territorio «per quanto riguarda il 2023 c’è una previsione maggiore per circa gli interventi sui bacini fluviali, in particolare mi sto riferendo all’Aipo. Una grossa perplessità deriva dal fatto che la Regione provvede per quanto riguarda le risorse, ma il soggetto attuatore è un altro e in qualche modo manca una efficace cinghia di trasmissione per la verifica di quanto effettivamente realizzato – ha detto il presidente Corte Pozzato, a margine della cerimonia -. La Regione provvede per quanto riguarda le risorse e poi dovrebbe essere in grado di rivolgersi al soggetto attuatore chiedendo effettivamente che cosa ha realizzato. Ad oggi la Regione non è in grado di capire tempestivamente, cioè in tempo reale, che cosa è stato effettivamente realizzato, anche a livello di rendicontazione – sottolinea Pozzato -. Questo è un rilievo che abbiamo mosso anche a livello di contraddittorio, sul piano della verifica dei giustificativi sembra che non ci sia una grande reattività e tempestività da parte della Regione».
Pur non rientrando nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Emilia Romagna legato all’esercizio finanziario 2023, Pozzato, afferma di aver «cercato di capire quelli che erano gli impegni per il 2024» per quanto riguarda le opere che riguardano i bacini fluviali «perché penso che i cittadini siano interessati» a capire cosa sia stato fatto dopo le alluvioni. «Mi dispiace dire – aggiunge il presidente Pozzato – che è stato impegnato molto poco, molto sotto il 10% delle somme a disposizione per gli interventi sui bacini fluviali».
Tanto è bastato per dare la stura alla polemica politica. Per la senatrice di Fratelli d’Italia, Domenica Spinelli, «la Corte dei Conti dell’Emilia Romagna striglia la Regione in quanto ha utilizzato meno del 10% delle risorse destinate per il post alluvione e i lavori affidati non sono stati del tutto rendicontati. In sostanza è emerso che la Regione dopo aver stanziato le risorse non è stata in grado di rivolgersi al soggetto attuatore per conoscere quanto fatto. Inadempienze molto gravi, non ha niente da dire l’ex presidente Bonaccini?»
Coglie la palla anche la candidata presidente della Regione per la coalizione di centro destra, Elena Ugolini, secondo cui «finalmente è arrivata la verità. La relazione odierna della Corte dei Conti condanna la gestione regionale del bilancio dedicato alla sanità e dei fondi destinati alle opere per prevenire i disastri dell’alluvione. Per la sanità c’è un disavanzo di circa un miliardo di euro – ha sottolineato Ugolini -. In questi anni l’equilibrio di bilancio è stato raggiunto spostando fondi sulla sanità che erano destinati altrove. Sulla gestione dei fondi per prevenire i disastri dell’alluvione la realtà è ancora più amara. Sono state spese meno del 10% delle risorse disponibili e la Corte dei Conti ha evidenziato una mancanza di reattività e tempestività nella rendicontazione. Questa è la fotografia di un’amministrazione regionale che non è in grado di garantire la sicurezza e la protezione dei propri cittadini – conclude Ugolini -. Il buon governo della nostra Regione è un castello di sabbia: per farlo cadere il 17 e 18 novembre dobbiamo cambiare».
Non poteva mancare la replica del presidente reggente della regione, la Dem Irene Priolo, secondo cui «le risorse regionali destinate ai bacini fluviali sono state impegnate al 100% e trasferite ai soggetti attuatori, il cui utilizzo è costantemente monitorato e rendicontato. Dati più volte resi pubblici ma che non sono all’esame oggi della Corte dei conti, chiamata ad esprimersi sulla correttezza contabile e gestionale dell’esercizio 2023. E dell’equilibrio contabile e della corretta gestione ha dato appunto conto, con il giudizio di parifica, la Corte. Parlando con atti formali, come è proprio di una Corte».
Per Priolo «tutta la manutenzione sui fiumi (ripristino e rafforzamento argini, pulizia, ecc.) è stata fatta grazie a interventi della Regione attraverso l’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e protezione civile. Quanto alla ricostruzione post alluvione 2023 – competenza diretta del Commissario di Governo – anche quanto fatto dalla Regione è noto: 852 interventi fra cantieri di somme urgenze, urgenze e programmazione di fondi regionali, per 747,5 milioni di euro. Stupisce, viceversa, che vengano rese “a margine” dichiarazioni sull’esercizio in corso, che non è oggetto della parifica. Una circostanza che non ha precedenti e di cui non si conosce e non si comprende né la ragione né il fondamento».
Priolo risponde anche alle critiche di Ugolini: «Ugolini non perde occasione di fare polemica, ma siamo ad un mese dalle elezioni, è tutto strumentalizzato e non ha mai lo scopo di tutelare veramente il nostro territorio. Bisogna che su questo tema il centrodestra inizi a chiedere al governo Meloni, che sta facendo la finanziaria, di mettere i soldi per la prevenzione – è l’invito di Priolo -. Domando a Ugolini, se ha cuore la nostra regione, che chieda al governo di stanziare i fondi per il piano a stralcio che dobbiamo fare per 877 milioni di euro e i fondi per la prevenzione. Noi abbiamo bisogno di questo perché su queste battaglie dobbiamo essere uniti».
Ugolini non lascia cadere la critica su Priolo: «il Partito Democratico è solito presentarsi come il paladino della magistratura, sempre pronto a difenderne l’indipendenza e a criticare chiunque osi metterla in discussione. Ma quando la Corte dei Conti evidenzia le loro mancanze, le cose cambiano: la magistratura contabile diventa improvvisamente criticabile e viene accusata di aver fornito “valutazioni soggettive, infondate e fuori contesto”. È inaccettabile – dice -la dichiarazione della Regione Emilia-Romagna nei confronti di quanto affermato ieri dalla Corte dei Conti: secondo la Regione, le parole del presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna, Marcovalerio Pozzato, sarebbero “soggettive, infondate e fuori contesto“. È molto grave questo atteggiamento. Come mai? Forse perché, questa volta, la verità scomoda colpisce proprio il modo con cui è stata amministrata la nostra Regione negli ultimi anni. La Corte dei Conti mette in evidenza disavanzi e inefficienze nella sanità e nei fondi per l’alluvione. Tutto ciò non è più accettabile».
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